Il Comune di Padova vaccina i dipendenti, Zaia non ci sta: «Prima categorie a rischio»

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Padova, il Comune ha prenotato 1400 dosi per vaccinare i dipendenti, ma Zaia non approva: «Abbiamo detto a tutti i direttori delle Usl di concentrarsi sulle categorie per noi fondamentali: questa variante sul tema di Padova nasce e finisce lì». Alla fine, però, il tutto è già organizzato, quindi le vaccinazioni saranno effettuate, nonostante le polemiche.

Polemica Comune di Padova – Regione sui vaccini: il caso

Il caso delle vaccinazioni ai dipendenti comunali diventa sempre più acceso, dando il là ad una polemica con la Regione. Il tutto è partito nei primi giorni della settimana: l’Usl 6 Euganea aveva comunicato ai sindaci dell’intera provincia patavina la possibilità di cedere fiale di AstraZeneca ai comuni che ne volessero fare richiesta. Palazzo Moroni ha colto la palla al balzo e ha prenotato subito circa 1.400 dosi. L’accordo va a buon fine e martedì 23 marzo vengono spediti al personale comunale gli “inviti” via mail per procedere alle vaccinazioni.

Tutto già deciso per il piano: nella sede della Croce Verde in via Nazareth per otto giorni (da venerdì 26 a lunedì 29 marzo e da venerdì 9 a lunedì 12 aprile) saranno effettuate le vaccinazioni per i dipendenti. Solo per le prime quattro giornate si sono già prenotati 558 dipendenti comunali sui 720 convocabili in questa primo turno.

Quando tutto sembra essere organizzato, ecco, però la netta presa di posizione di Zaia, il presidente della Regione Veneto, che interpellato sull’argomento si è dichiarato in opposizione a questa iniziativa: «Mi risulta, tanto è vero che siamo anche intervenuti, che a Padova hanno organizzato la vaccinazione per i dipendenti comunali considerandoli tra le categorie essenziali. Era già organizzata, però abbiamo detto a tutti i direttori delle Usl di concentrarsi sulle categorie per noi fondamentali: questa variante sul tema di Padova nasce e finisce lì, anche perché oggettivamente molti di questi dipendenti comunali sono in smart working e non vedo una particolare esposizione al rischio come invece ce l’hanno altre categorie».

A questo punto sorge quindi il dubbio sull’effettivo svolgimento dell’iniziativa del comune patavino, ma Zaia, concludendo la questione, ha chiarito: «Quando abbiamo saputo di Padova abbiamo dato poi l’input di fermarsi, solo che ormai hanno già messo in piedi la macchina organizzativa». La macchina è già stata messa in moto quindi il piano proseguirà come stabilito, nonostante i dubbi del Presidente della Regione.

La risposta del sindaco Giordani: «Totale disponibilità a seguire le indicazioni »

La risposta di Giordani, sindaco di Padova, alla polemica vaccini con il Presidente Zaia: «Il 10 marzo» ha affermato il primo cittadino «il governo ha dato la possibilità di estendere le vaccinazioni a tutti i luoghi di lavoro, ovviamente a condizione di non gravare sulle strutture e sui sanitari già impegnati negli altri Centri vaccinali. Saputo ciò anche il Comune di Padova così come molte altre realtà e aziende del territorio si è rivolto alla autorità sanitaria locale per mettersi a disposizione e cogliere questa opportunità laddove fosse stato possibile, questo anche in considerazione del fatto che il Comune eroga servizi essenziali alla comunità. In queste settimane abbiamo vissuto per le più varie ragioni repentine variazioni nelle strategie della campagna vaccinale legate soprattutto alle oscillazioni improvvise delle disponibilità di dosi da imputare alle case farmaceutiche. Siamo consci che l’obiettivo è vaccinare rapidamente la maggior percentuale possibile di popolazione seguendo le indicazioni delle autorità sanitarie. Per me e per l’amministrazione la collaborazione con l’autorità sanitaria locale e il suo dg Paolo Fortuna così come con la Regione Veneto, attori che ringrazio molto, è stata sempre il metodo di lavoro da seguire e la strada maestra. Continueremo su questa strada con la totale disponibilità a seguire le indicazioni che ci vengono fornite dalle autorità sanitarie».

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