Veneto giallo. Così potremmo salvarci (in corner)

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Veneto giallo, non arancione, come si è temuto in questi giorni (e come vi abbiamo raccontato). La decisione arriverà nel tardo pomeriggio, o nella prima serata, di venerdì 4 dicembre. Ma a quanto pare i numeri del sistema sanitario regionale riusciranno a tenere Veneto giallo, a dispetto di alcune paure che si erano rincorse nell’ultima settimana.

Veneto giallo, ecco perché

Le preoccupazioni comunque erano e sono fondate, e finché non arriverà la decisione definitiva del Governo, non si potrà tirare un vero e proprio sospiro di sollievo. Sarà decisivo il dato dell’RT regionale: a inizio settimana era di 1,20, il secondo più alto d’Italia. Ma per avere Veneto giallo si punta ad un calo dell’RT in questi giorni, cosa che appare anche abbastanza probabile, visto che gli indicatori parlano di un picco finalmente raggiunto. Il problema vero del Veneto è tempistico: il sistema sanitario, seppur con fatica, come detto più volte dal Governatore della Regione Luca Zaia, regge, ma di fatto la seconda ondata in regione è cresciuta tardi rispetto ad altri territori. Così se molte regioni sono ora in calo, noi siamo arrivati ad inizio settimana con dati ancora in aumento.

Ma proprio la forza del sistema sanitario è la primaria ragione che fa pensare a Veneto giallo, ancora una volta. I posti letto in rianimazione e terapia intensiva e, in generale, nei ricoveri, non sono saturi. C’è poi la spinta nazionale, che può far gioco. La seconda ondata della pandemia è infatti in calo in tutta la penisola, e potrebbe esserci anche un “effetto traino”: come detto dal premier Conte, l’obiettivo è avere un’Italia tutta zona gialla. Per una volta, quindi, potrebbe essere (anche) il buon risultato degli altri a spingere il Veneto giallo.

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