Pa e smartworking, l'affondo dei costruttori edili: «Noi danneggiati»

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Lo smart working per la Pa? Danneggia i costruttori edili. «La conferma del regime di smart working massiccio per la Pubblica Amministrazione, prevista nell’ultimo DPCM emanato dal Governo, sta creando grande preoccupazione in tutto il settore delle costruzioni. Non è possibile che il Governo adotti misure di questo tipo senza alcuna riflessione su quelle che sono le peculiarità di quei settori economici che, come il nostro, si interfacciano quotidianamente con i funzionari pubblici per lavorare» commenta Mauro Cazzaro, Presidente di Ance Padova.

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La denuncia di Cazzaro

«Allo stato attuale, quello che risulta evidente a noi imprenditori è che in questo Paese la PA sia strutturalmente impreparata ad affrontare queste modalità lavorative: senza gli adeguati strumenti, il telelavoro rischia di diventare no working, ed è questo il motivo per cui in questi mesi abbiamo più volte sollecitato le Istituzioni affinché prevedessero delle soluzioni diverse, così da non aggravare ulteriormente un contesto burocratico già pesante di per sé. È inaccettabile che imprese impegnate da mesi in cantieri pubblici quanto privati patiscano ritardi, lungaggini o risposte inevase a causa della scarsa digitalizzazione delle procedure amministrative. Non possiamo permettere che il nostro settore si blocchi nuovamente: durante il primo lockdown avevamo già sollevato questo problema, ora – nel pieno di questa seconda ondata della pandemia, largamente anticipata – troviamo inconcepibile che si stiano ripetendo errori già fatti, quando ci sono stati mesi per prepararsi adeguatamente».

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«Sono diverse le proposte che come Ance abbiamo avanzato a livello nazionale: in primis mantenere gli sportelli pubblici aperti – come si sta facendo in Francia, ad esempio – introducendo orari di apertura prolungata (dalle 08:00 alle 20:00), con un sistema di appuntamenti su prenotazione che eviti il crearsi di code e assembramenti; si estenda poi il principio di silenzio-assenso a tutte le procedure autorizzative con controlli ex post per evitare che lo smart working impedisca di fatto il regolare svolgimento delle proprie mansioni ed il conseguente rilascio di permessi. Chiudo lanciando un appello personale alla buona volontà degli operatori pubblici: solo con un gradissimo sforzo comune di tutti i soggetti coinvolti possiamo superare questo momento di grande difficoltà, per questo spero che ci si venga incontro, e si uniscano le forze per assolvere ognuno i propri incarichi e i propri doveri».

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