Mafia Veneto, arresti e indagati. Quei sette imprenditori veronesi collusi con la 'Ndrangheta
Correva l’anno 1981: Alice vince il festival di Sanremo (rigorosamente in playback) con «Per Elisa», a maggio l’Italia si ferma al capezzale di papa Giovanni Paolo II, colpito da Alì Agca in piazza San Pietro a Roma, per fermarsi di nuovo un mese dopo nella lunga diretta del tentativo di salvataggio – senza successo – del piccolo Alfredino Rampi, caduto in un pozzo artesiano. Sembra un’epoca fa: 39 anni sono passati. Ma quella data, il 1981, campeggia sul capo d’imputazione per associazione mafiosa che ha portato a 33 misure cautelari eseguite nella mattina di mercoledì 15 luglio dalla direzione distrettuale antimafia di Venezia in collaborazione col Ros dei carabinieri. «Dal 1981 all’attualità»: così nel capo d’imputazione dell’ennesima operazione che prova a smantellare la mano lunga della mafia calabrese sul Veneto. Il messaggio è chiaro: non si può più parlare di infiltrazione della ‘ndrangheta calabrese, ma si deve parlare di un radicamento forte sul territorio.
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Mafia Veneto, radicamento e regole
Un radicamento con regole chiare per la mafia Veneto e una sorta di pax mafiosa che prevede la divisione del territorio veneto sotto il controllo di varie famiglie. Ognuno col proprio traffico di droga, ognuno a gestire giri di usura – che colpiscono molti imprenditori – con tassi d’interesse che arrivano fino al 300%. Per chi non riesce a pagare intimidazioni e tanta pressione. Obbligo di dimora anche per sette imprenditori veronesi. «Non hanno esitato ad associarsi con esponenti della criminalità organizzata per vessare altre persone e per ottenere con prepotenza vantaggi e altre utilità – così si esprime il Gip Francesca Zancan nell’ordinanza di arresto – Hanno fatto una chiara scelta di campo verso l’illegalità». Spesso vittime, almeno all’inizio, che diventano poi collusi con i clan mafiosi. L’operazione ha colpito ancora una volta il veronese, (Valeggio sul Mincio, Villafranca, Lazise, Isola della Scala): terra di confine dove la ‘ndrangheta ha avuto più facilità nel colpire.
Ventisei arresti in carcere, oltre 140 indagati: le mafie sono sempre più radicate in Veneto. Lo dimostra anche la preoccupazione per i dati sulle imprese nate durante il lockdown (una su tre è a rischio, leggi qua il perché), o l’aumento vorticoso di operazioni di riciclaggio di denaro in Veneto (ecco i dati): ormai mafia Veneto è un termine che si può purtroppo usare.