Apertura palestre Veneto, via libera dal 18 maggio

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Apertura palestre Veneto, così come i centri sportivi. «Inizia la fase della responsabilità per le Regioni». Così il ministro per le Autonomie Francesco Boccia sancisce, alla fine della videoconferenza con i governatori regionali, il via libera differenziato per lunedì 18 maggio. Accogliendo le richieste di molti presidenti di Regione, fra i quali anche il governatore del Veneto Luca Zaia, che si dice pronto ad una «ripartenza totale». Ed è qua che sta la novità: alla lista che vedeva estetiste, parrucchieri, negozi, bar e ristoranti (LEGGI QUA COME RIAPRIRANNO) si aggiungeranno molto probabilmente anche palestre e centri sportivi.

LEGGI: IL 18 MAGGIO VIA LIBERA A BAR, ESTETISTE E PARRUCCHIERI

Apertura palestre Veneto, attenzione ai dati

Il Veneto sta già lavorando quindi al piano di ripartenza (che prevede apertura palestre Veneto) che presenterà al Governo in vista di lunedì 18 maggio. «Una riunione proficua – ha commentato Zaia – di fatto un’anticipazione dell’autonomia». Resta un solo vincolo: Roma si riserva di intervenire, chiudendo eventuali aperture già decise, nel caso i dati epidemiologici cambiassero segno. Va detto che questa è una decisione che lo stesso Zaia ha più volte ripetuto: se gli ospedali ricominceranno a riempirsi e se dovessero scoppiare nuovi focolai le aperture verranno bloccate.

Ora il passaggio decisivo è previsto fra la serata di mercoledì e la mattina di giovedì. Quando saranno decise, infatti, le linee guida per apertura palestre Veneto e non solo, per bar, ristoranti, parrucchieri e negozi. Saranno due (come pare) o quattro i metri di distanza previsti per i bar? Quante persone potranno entrare in un negozio, una ogni 25 metri, o una ogni 40? Come si può facilmente intuire, si tratta di decisioni fondamentali per le attività commerciali: la convivenza con il Coronavirus, infatti, non sarà semplice. E il rischio è che – pur avendo la possibilità di aprire – più di qualcuno non ritenga conveniente alzare la serranda. Soprattutto nel campo della ristorazione, dove molte attività hanno già (ben) avviato il servizio per asporto e consegna a domicilio. Lo ha già detto il comparto della ristorazione a livello italiano, unito nel network #farerete. «Se le notizie pubblicate dalla stampa trovassero corrispondenza nelle linee guida in emanazione, avrebbero come conseguenza la chiusura permanente di oltre l’80% dei locali presenti nel nostro Paese. Riteniamo folle e privo di senso anche solo ipotizzare misure di tale portata che confermano la poca conoscenza del settore e delle logiche che lo regolano. Non c’è più tempo, servono urgentemente misure pertinenti alla realtà esistente. Chiediamo al Governo di consultarci prima di emanare le nuove disposizioni, coinvolgendo rappresentanti della ristorazione al tavolo decisionale»

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