Veneto Nanotech chiude: liquidazione al via

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Ora è ufficiale: Veneto Nanotech va verso la liquidazione. Ieri, con una lettera ai dipendenti, la direzione della società consortile a maggioranza di capitale pubblico (socio al 76% è la Regione Veneto) che si occupa di ricerca e trasferimento tecnologico nel campo delle nanotecnologie ha comunicato che l’aumento di capitale con scadenza il 31 maggio non sarà perfezionato. Sono finiti in un nulla di fatto gli incontri con gli imprenditori Franco Masello e Luigi Rossi Luciani, avvenuti nei giorni scorsi.

Niente rinnovo per 13 contratti a termine

La prima conseguenza è che non saranno rinnovati i 13 contratti a termine, su 50 dipendenti totali, che scadono proprio domenica 31 maggio. La seconda è che di fatto si apre la liquidazione della società di ricerca. Lunedì 1 giugno arriverà la convocazione dell’assemblea dei soci, che forse si terrà il 16 giugno, e che avrà all’ordine del giorno proprio la liquidazione: una delibera della stessa assemblea approvata il 12 febbraio lanciava la ricapitalizzazione e prevedeva, in caso di mancato innesto di nuovi capitali, la messa in liquidazione.

Mercoledì 3 giugno intanto è confermata l’apertura di un tavolo di crisi al Ministero dello Sviluppo economico con il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, l’assessore regionale a formazione e lavoro Elena Donazzan, l’amministratore unico Gabriele Vencato, il direttore generale Nicola Trevisan, i sindacati e una rappresentanza dei lavoratori.

Un fallimento della politica

L’epilogo è quello temuto dai dipendenti e dai sindacati, che nelle settimane hanno tentato tutte le strade per sensibilizzare la politica, la classe imprenditoriale e l’opinione pubblica sul danno che provocherebbe la chiusura di un centro di ricerca che porta avanti progetti per decine di milioni di euro, molti con fondi europei, che ora si rischia di dover in parte restituire.

A poche ore dall’apertura delle urne per le elezioni regionali, la liquidazione di Veneto Nanotech suona come una beffa e un pessimo segnale della politica: se davvero la ricerca e l’innovazione sono al centro dei programmi di tutti i candidati a guidare la Regione, perché si lascia spegnere un’esperienza all’avanguardia in questo campo, le cui innovazioni sono linfa vitale per il sistema produttivo e industriale veneto?

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