Da 4 fondi Usa offerta per Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca

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Atlas, Centerbridge, Warburg Pincus e Baupost: sono i quattro fondi Usa che, a quanto scrive il quotidiano Milano Finanza, avrebbero presentato al Fondo Atlante, il primo di settembre 2016, un’offerta di acquisto per Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Da Atlante non arrivano conferme, ma le voci di un forte interesse da oltreoceano circolavano già in maggio, quando l’agenzia Reuters batteva la notizia di una trattativa già allora in corso fra gli stessi quattro fondi e Quaestio Capital, la finanziaria capofila di Atlante. Che nel frattempo è diventato il padrone delle due disastrate ex popolari venete. E non ha mai fatto mistero di voler ricavare, dopo il “salvataggio” in extremis, un profitto per i propri azionisti, ovvero tutte le maggiori banche e fondazioni bancarie italiane.

“Power Point”, 1 miliardo per la fusione BpVi-Veneto Banca

Secondo il quotidiano finanziario milanese, l’ipotesi di acquisto si chiamerebbe Power Point e sarebbe stata già presentata sia alla Banca Centrale Europea che alla Banca d’Italia. Sul piatto i quattro fondi americani metterebbero 1 miliardo di euro, da subito, per supportare il piano di rilancio e ristrutturazione del polo bancario che nascerebbe dalla fusione di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. L’orizzonte, scontato se sarà seguita questa strada, è infatti quello di una fusione.

I timori dei sindacati

I sindacati, da parte loro, da mesi alzano barricate contro l’ipotesi della banca unica che soppianti le due popolari, che avrebbe prevedibili conseguenze sulla forza lavoro, dal taglio delle filiali sovrapposte all’unificazione dei servizi “doppione”. L’ultima voce che si è levata è quella di Susanna Camusso, la leader della Cgil a Vicenza il 29 agosto, tre giorni prima che la proposta di Atlas, Centerbridge, Warburg Pincus e Baupost venisse presentata.

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