Quali sono i diversi tipi di turbocompressore?

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Il turbocompressore è un particolare sistema meccanico che serve a sovralimentare i motori a combustione interna. Per chi ha meno familiarità con i sistemi meccanici del mondo automotive, con la parola turbocompressore, o più semplicemente turbo, si indica un dispositivo del motore di un veicolo che ha lo scopo di migliorare efficienza e prestazioni. Il turbocompressore, che prima era un optional, trova sempre più frequentemente spazio nei veicoli moderni e ne esistono di diversi tipi. Come qualsiasi altra componente di un’automobile, anche il turbocompressore può andare incontro a problemi di diverso tipo e conoscerne le caratteristiche diventa fondamentale per comprendere meglio in quali situazioni occorre procedere a una sostituzione con un’unità nuova o usata. Nel caso in cui optassi per la seconda scelta, potresti dare uno sguardo anche ad alcuni marketplace online affidabili: per esempio, per quanto concerne i turbocompressori, li puoi trovare qui.

In questo articolo potrai trovare maggiori informazioni sui diversi tipi di turbo diffusi oggi su tutti i veicoli.

Il più comune: single-turbo

I turbocompressori singoli sono ciò a cui la gente si riferisce, solitamente, quando si parla di turbo. Modificando le dimensioni degli elementi stipati all’interno di un turbocompressore, le caratteristiche e gli effetti cambiano in maniera anche significativa. Infatti, i grandi turbocompressori forniscono livelli di potenza maggiore ai motori di fascia alta, mentre quelli più piccoli funzionano meglio sui motori di fascia bassa e rappresentano un modo economico per aumentare potenza ed efficienza del motore. È proprio per questo motivo che sono diventati sempre più popolari: essi permettono, anche ai motori di dimensioni minori, di risultare più efficienti in fatto di potenza, con risultati più simili ai motori aspirati più grandi, ma anche con un peso inferiore. Tendono, però, a funzionare meglio in fasce ristrette di giri per minuto e spesso comportano un certo turbo-lag.

Il twin-turbo o biturbo

Com’è suggerito dal nome, i biturbo si chiamano così perché aggiungono un secondo turbocompressore al motore. Nel caso di motori V6 o V8, questo può essere ottenuto accoppiando un singolo turbo per ciascuna bancata del motore. In alternativa, un turbo più piccolo può essere utilizzato a bassi regimi con un turbo più grande, destinato invece a lavorare a regimi più elevati. Questo tipo di configurazione è noto come doppia sovralimentazione sequenziale e la gamma di giri per minuto in cui essa funziona è maggiore. Naturalmente, però, aumentano anche i costi associati al biturbo.

Twin-scroll turbo

I sistemi di turbocompressori Twin-Scroll richiedono un alloggiamento della turbina ad ingresso diviso e un collettore di scarico che accoppi i cilindri del motore con ogni spirale. Con questa disposizione, l’erogazione dell’energia dei gas di scarico al turbo è più efficiente e l’aria che arriva a ciascun cilindro è più pura e densa. Inoltre, energia in più viene inviata alla turbina di scarico e questo si traduce in una maggiore potenza.

Turbocompressori a geometria variabile

Questo tipo di turbocompressore è tipicamente utilizzato nei motori diesel in cui i gas di scarico hanno una temperatura più bassa. Essi includono palette aerodinamiche nell’alloggiamento della turbina. Queste palette ruotano e alterano il rapporto area-raggio (A/R) del turbo, in modo da corrispondere al numero di giri del motore e migliorare le prestazioni. A bassi regimi, un basso rapporto A/R consente al turbo di avviarsi rapidamente e di ridurre il turbo-lag.

Turbocompressore Twin-Scroll

Come suggerito dal nome, questo tipo particolare di turbocompressori combina i vantaggi di un turbo twin-scroll e di un turbo a geometria variabile grazie a una valvola in grado di reindirizzare il flusso d’aria. Rispetto ai turbocompressori a geometria variabile, questi rappresentano un’alternativa più robusta e più economica.

Turbocompressori elettrici

In ultima battuta, i turbocompressori elettrici sono impiegati per eliminare il turbo-lag e assistere un normale turbocompressore a regimi del motore inferiori, dove un turbo convenzionale risulta meno efficiente. Ciò si ottiene aggiungendo un motore elettrico che fa girare il compressore del turbo dall’inizio e anche a regimi più bassi, fin quando la potenza del volume di scarico è sufficientemente elevata da far funzionare il turbocompressore. I turbo elettrici possono essere la risposta a tutti i contro dei turbocompressori convenzionali, ma ci sono anche alcuni svantaggi: i costi elevati e la complessità strutturale dei motori elettrici.

Photo by George Van Gosh on Unsplash

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