Sperimentato a Treviso Icaro X4, il robot che combatte i parassite della vite con i raggi UV

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Dopo oltre quattro anni di progettazione e ricerca, è ufficialmente partita la sperimentazione in vigneto di Icaro X4, il robot sostenibile che sfrutta i raggi ultravioletti per combattere i parassiti della vite. Un progetto sperimentale di ricerca sostenuto da Banca Prealpi SanBiagio, la Banca di credito cooperativo con sede a Tarzo, nel cuore delle Prealpi Trevigiane, e gestito dal Crea-Ve (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria, sede del Veneto) di Conegliano.

La sperimentazione verrà condotta da Diego Tomasi e Wally Forte presso l’azienda Borgoluce di Susegana (TV) che dovrà accertare quali siano le migliori combinazioni tra intensità di radiazione, frequenza dei trattamenti e velocità di avanzamento; ma servirà anche per identificare le modalità operative che consentono a Icaro X4 di coprire autonomamente la maggior superficie vitata possibile, poiché non necessita di guida, nonché per valutare gli effetti dei raggi UV sul vigneto.

Icaro X4, ecco in cosa consiste

Nello specifico, il rover Icaro X4 consiste in una macchina-robot autonoma che irradia i raggi UV-C, cioè gli ultravioletti con intervallo di lunghezza d’onda compreso tra i 280 e 100 nm. La sua funzione è quella di proteggere la vite dai danni provocati da peronospora e oidio, utilizzando due pannelli laterali ripiegabili e adattabili, simili a delle ali, composti da emettitori a raggi UV-C. Icaro X4 è stato ideato e sviluppato da Free Green Nature, start-up con sede a Colle Umberto (TV), per contrastare le malattie fungine della vite sfruttando gli effetti germicidi diretti degli UV, a cui si aggiungono quelli indiretti che inducono la vite a produrre sostanze di autodifesa, una volta raggiunta dagli ultravioletti; infine, sulle foglie della vite Icaro X4 convoglia l’ozono prodotto dalle sue lampade UV.

Il robot lavorerà anche di notte, perché oidio e peronospora sono facilmente aggredibili quando sono indifesi dai raggi UV. La ricerca scientifica ha infatti confermato che l’oidio può essere debellato anche con un solo trattamento notturno alla settimana, mentre è possibile ridurre i trattamenti della metà per contrastare l’insorgere della peronospora contando solo sull’induzione delle autodifese della pianta stimolate dagli UV. Icaro X4 è in grado di lavorare anche sotto la pioggia battente, cioè quando la peronospora è più facilmente aggredibile.

Il sostegno al progetto di Banca Prealpi SanBiagio

Banca Prealpi SanBiagio ha deciso di finanziare la sperimentazione del Crea-Ve attraverso un contributo biennale per sostenerne gli oneri di ricerca, in un’ottica di valorizzazione delle eccellenze del territorio e di promozione di un’agricoltura responsabile, a tutela dell’ambiente naturale e delle comunità. La Banca – che è dotata di un Ufficio Agricoltura specializzato – ha sposato il progetto pensando anche alle ricadute positive per il territorio, se la sperimentazione confermerà le attese.

Il Presidente Carlo Antiga, ha commentato in merito: «La viticoltura rappresenta un settore nevralgico per l’economia territoriale, ed ha forti ricadute sul piano paesaggistico. Le iniziative che la Banca sta portando avanti per sostenere un’agricoltura sempre più all’avanguardia, anche sul piano ambientale, si rivolgono soprattutto ai produttori agricoli, oggi più che mai chiamati a gestire realtà imprenditoriali e territoriali intrinsecamente connesse con temi quali la tutela dell’ambiente e la preservazione del paesaggio. Abbiamo creduto sin da subito in questo progetto innovativo e confidiamo che possa avere delle ricadute positive a favore di tutte le realtà locali».

Il dott. Diego Tomasi di Crea-Ve ha aggiunto: «Il Centro di Ricerca Crea-Ve, che avrà il compito di testare Icaro X4, è assolutamente fiducioso nelle potenzialità di questa innovazione, dando già per scontato che questa sia la strada per raggiungere l’obiettivo che si è data la comunità europea, ovvero di ridurre del 50% l’uso dei fitofarmaci in viticoltura entro il 2030, ma soprattutto di dare una possibilità concreta allo sviluppo della viticoltura biologica nel Veneto e non solo».

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