Danni da cimice asiatica: primi risarcimenti. Ristori a più di 100 aziende

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Danni da cimice asiatica, in arrivo i ristori per i frutticoltori veneti. Sono iniziati in questi giorni i pagamenti dei rimborsi previsti dalla Regione del Veneto per i frutticoltori che hanno subito ingenti danni a causa dell’infestazione parassitaria da cimice asiatica, verificatasi nel 2019.

Danni da cimice asiatica: maggiori richieste da Rovigo e Verona

Oltre 19mila gli ettari interessati dalle colture oggetto dell’attacco da parte delle cimici. Danni in prevalenza su mele, kiwi, pere e pesche, 975 aziende colpite in totale e concentrate nella provincia di Verona, Treviso, Padova e Rovigo.  I danni stimati si avvicinavano ai 70 milioni di euro per gli agricoltori.

Come richiesto dall’assessore all’agricoltura Federico Caner, l’Agenzia veneta per i pagamenti (Avepa) ha dato priorità ai rimborsi e così, a pochi giorni dal via libera della Giunta regionale, le somme spettanti sono in fase di accreditamento nei conti correnti delle imprese agricole.

«In breve tempo – spiega Caner – gli uffici dell’Avepa hanno già evaso oltre un centinaio di richieste. Al termine del periodo di erogazione saranno oltre 900 i frutticoltori che usufruiranno del sostegno economico, mentre il totale delle risorse stanziate è di quasi 26 milioni complessivi. Il numero maggiore di richieste proviene da Verona e Rovigo, le due aree del Veneto nelle quali sono maggiormente concentrate le colture frutticole».

«Sottolineo – conclude l’assessore regionale – che alla velocità nell’erogazione dei rimborsi corrisponde anche un’attenta analisi da parte dell’Agenzia della correttezza dei requisiti, comprese le verifiche antimafia».

Cimice asiatica, la posizione di Coldiretti

La notizia dei rimborsi liquidati da Avepa ai frutticoltori veneti che hanno subito danni alle colture a causa della cimice asiatica nel 2019 è l’occasione per Coldiretti Veneto di ricordare quanto gli imprenditori agricoli abbiamo messo in campo per salvare le produzioni: gli investimenti vanno dalle reti antinsetto al controllo biologico con l’introduzione della Vespa samurai. A fronte di perdite che sfiorano i 70milioni di euro a carico di 975 aziende concentrate nella provincia di Verona, Treviso, Padova e Rovigo, Coldiretti ha avviato un progetto di monitoraggio: un centinaio di postazioni diffuse sul territorio hanno raccolto dati sull’infestazione stagionale che hanno permesso valutazioni e lo studio di azioni preventive.  I costi sostenuti non sono stati irrilevanti: la responsabilità sociale degli imprenditori – spiega Daniele Salvagno presidente di Coldiretti Veneto  – merita attenzione e un riconoscimento economico all’altezza di quanto fatto per arginare la calamità. Il rischio che il comparto, già in crisi di mercato, sia messo definitivamente in ginocchio è sempre dietro l’angolo.

A questo proposito, serve un impegno ancora maggiore, da parte della Regione, nel monitoraggio e nella assistenza tecnica, al fine di supportare gli agricoltori che devono fare i conti, sempre con maggiore frequenza, a varie calamità biotiche. I soldi spesi in prevenzione, infatti, sono di gran lunga inferiori a quelli necessari per i parziali ristori. Va cambiato radicalmente l’approccio – conclude Salvagno –  per dar modo ai produttori di poter operare limitando al minimo il rischio connesso alle emergenze fitopatologiche

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