La richiesta di Zaia: «Veneto zona rossa». Lockdown totale per le feste in arrivo

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«Veneto zona rossa», almeno fino al 6 gennaio. Questa la richiesta del Governatore Luca Zaia durante il confronto Stato-Regioni, ormai diventato quotidiano. Veneto zona rossa significa, per capire meglio, spostamenti vietati fuori dai Comuni e anche all’interno, se non per regioni di necessità, lavoro e salute (con autocertificazione).
Veneto zona rossa significa anche negozi chiusi, tranne supermercati, generi alimentari e commercio al dettaglio di beni di prima necessità. Oltre a edicole, tabaccherie, farmacie e parafarmacie restano aperte anche le lavanderie, le ferramenta, negozi di vernici e materiali per costruire, i rivenditori di elettrodomestici, prodotti di informatica ed elettronica di consumo, di ottica e fotografia, benzinai e autosaloni. Bar e ristoranti aperti solo per asporto. Veneto zona rossa vuol dire anche attività motoria consentita solo in prossimità dell’abitazione. Insomma, un secondo lockdown.

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Molte famiglie soffrono le difficoltà dovute al contagio. Sul fronte sgravi, vi diamo due buone notizie:

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Veneto zona rossa, ecco il perché

Vi avevamo raccontato del record di morti, martedì 15 dicembre: 165 in 24 ore nel Veneto (ecco l’articolo). E va detto anche che a livello statale si sta discutendo se mettere l’intera Italia in zona quantomeno arancione per le festività. Ma l’impressione è quella, per una volta, della cicala Veneto contro la formica Italia. Abbiamo più volte ricordato l’efficienza della risposta della Regione, riconosciuta a livello internazionale, durante il primo lockdown.

Oggettivamente, però, ora il Veneto sta scontando il fatto di essere stata una delle poche regioni rimaste sempre zona gialla. Al momento, quindi, mentre quasi tutte le Regioni sono in forte fase di discesa per i contagi, noi siamo al picco, con ospedali e strutture sanitarie per la prima volta in serissima difficoltà. Per non parlare delle case di riposo, dove il virus sta mietendo decine di vittime al giorno. Ci troviamo quindi nella situazione di dover spingere verso Veneto zona rossa, mentre altri Governatori invece spingono per limitazioni non così aspre. La situazione si è invertita: siamo noi a dover correre ai ripari. Prima che sia troppo tardi: l’arrivo di una terza ondata, con gli ospedali ancora pieni, anche parzialmente, dei malati della seconda, rischierebbe di essere il colpo di grazia.

 

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