Pieve di Soligo batte Verona e concorrerà al ruolo di capitale della cultura italiana

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Sarà Pieve di Soligo, insieme alle «Terre alte della Marca trevigiana», a concorrere per il ruolo di capitale della cultura italiana nel 2022. Si contenderà il primato con le altre nove città finaliste, dopo aver superato nel derby veneto Verona, l’altra candidata.

Ecco l’elenco delle dieci città finaliste comunicate dal Mibact, Ministero per i Beni Culturali. Ad essere rappresentate come regioni, oltre al Veneto, ci sono Marche, Puglia (con due finaliste), Lazio, Abruzzo, Campania, Sicilia, Piemonte e Toscana.

1.    Ancona, Ancona. La cultura tra l’altro;
2.    Bari, Bari 2022 Capitale italiana della cultura;
3.    Cerveteri (Roma), Cerveteri 2022. Alle origini del futuro;
4.    L’Aquila, AQ2022, La cultura lascia il segno;
5.    Pieve di Soligo (Treviso), Pieve di Soligo e le Terre Alte della Marca Trevigiana;
6.    Procida (Napoli), Procida Capitale italiana della cultura 2022;
7.    Taranto, Taranto e Grecia Salentina. Capitale italiana della cultura 2022. La cultura cambia il clima;
8.    Trapani, Capitale italiana delle culture euro¬mediterranee. Trapani crocevia di popoli e culture, approdi e policromie. Arte e cultura, vento di rigenerazione;
9.    Verbania (Verbano-Cusio-Ossola), La cultura riflette. Verbania, Lago Maggiore;
10.    Volterra (Pisa), Volterra. Rigenerazione umana.

Pieve di Soligo capitale della cultura, ecco le tappe verso la decisione

Le dieci città finaliste dovranno presentare i propri dossier alla Giuria in un’audizione pubblica, della durata di massimo un’ora, composta, per metà, dalla presentazione del progetto e, per l’altra metà, da una successiva sessione di domande.

Gli incontri si terranno, compatibilmente con le misure di contenimento adottate dal Governo per la situazione epidemiologica in atto, presso il Collegio Romano, sede centrale del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, nei giorni 14 e 15 gennaio 2021, secondo il calendario e le modalità che verranno rese note a seguire.

Sarà compito della Giuria raccomandare al Ministro Franceschini il progetto di candidatura più idoneo alla designazione della città «Capitale italiana della cultura» per l’anno 2022 entro il 18 gennaio 2021, al fine dell’attribuzione del titolo da parte del Consiglio dei ministri.

Verona, il sindaco Sboarina: «Penalizzati perché grandi»

«Ringrazio l’assessore Francesca Briani per tutto il lavoro svolto – dice il sindaco di VErona Federico Sboarina – perché con il dossier di candidatura ha messo in moto il meccanismo virtuoso di raccogliere tutte le forze migliori della città. L’ho sempre detto in tutti i mesi precedenti, Verona è già internazionalmente conosciuta come città di cultura, ciò che farà la differenza è adesso di poter contare sulla macchina di tante istituzioni e privati che stanno già lavorando per il futuro. La partecipazione alla competizione a questo è servita, abbiamo raccolto decine di progetti che, nella cornice dei 22 luoghi da rigenerare, daranno vita ad una dimensione culturale inedita già dal prossimo anno».

«Una notizia che non stupisce – sottolinea l’assessore alla Cultura Francesca Briani –. Scorrendo i nomi delle concorrenti selezionati, sono state privilegiate città di dimensioni più contenute della nostra, molte delle quali collocate nel centro sud Italia.

Al di là dell’esito della gara, il risultato per la nostra città è già nei fatti dei 22 luoghi che stanno cambiando la città. Il nostro dossier di candidatura presenta tutti i grandi cambiamenti culturali già in atto e quelli che stiamo progettando per Verona. Il nostro dossier non finisce in un cassetto perché si tratta di un progetto corale, che non conta solo sul patrimonio artistico e culturale ereditato, ma anche su progetti innovativi ed inclusivi e che è stato ideato coinvolgendo, come non è mai successo prima, tutte le istituzioni cittadine più importanti.

Il lavoro cominciato non si ferma, al di là di come è andata, le idee, le forze e le collaborazioni messe in campo sono già un’importante vittoria per la città. Siamo riusciti a mettere insieme competenze e risorse per un unico grande progetto che, comunque, farà crescere la nostra città culturalmente e urbanisticamente. Progetti veri che hanno un unico obiettivo, il bene comune inteso come persone e spazi urbani da recuperare per essere fruiti di nuovo dalla comunità».

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