Grandi navi, Venezia è senza crociere: MSC e Costa preferiscono Trieste

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Per Venezia sarà il primo anno senza crociere: il comitato No Grandi Navi festeggia, i lavoratori collegati al settore si disperano. I due big del settore, MSC e Costa Crociere, hanno comunicato ufficialmente che per il 2020 – alla ripartenza dopo lo stop obbligato per la pandemia da Covd-19 – nessuna delle loro navi farà tappa a Venezia, perché la tappa scelta per l’Alto Adriatico è Trieste.

La motivazione ufficiale delle compagnie crocieristiche è stata quella di prediligere i porti più accessibili, quindi che riducano al minimo l’utilizzo da parte degli ospiti di voli o mezzi pubblici per il rientro a casa, fattore praticamente obbligatorio per Venezia. Per ora Venice Terminal Passeggeri, società che gestisce arrivi e partenze delle grandi navi – in parte posseduta dalle due multinazionali della crocieristica – preferisce non commentare.

Venezia, le proteste dei portuali

Come raccontato in un nostro articolo del 10 agosto, alla notizia della mancata stagione crocieristica, i lavoratori portuali di Venezia hanno convocato la stampa nella Stazione Marittima, in difesa dei 4 mila persone il cui posto di lavoro sarebbe a rischio.

Tra questi ci sono lavoratori diretti come servizi tecnici nautici, rimorchiatori, piloti, ormeggiatori, trasportatori, hostess, agenzia di viaggio, guide, taxi. Ma anche l’indotto turistico formato da chi lavora in hotel, ristoranti, vetrerie e tutte quelle attività che guadagnano dal passaggio dei crocieristi.

I manifestanti hanno sottolineato che è in gioco non solo un comparto rilevante per l’economia locale ma soprattutto la dignità dei lavoratori che non chiedono di ricevere sussidi o welfare, come da alcuni paventato, ma vogliono poter contare su un posto di lavoro sicuro.

No Grandi Navi: «Noi con i lavoratori»

Il comitato No Grandi Navi, che da otto anni si oppone alla circolazione delle crociere nel fragile ecosistema  lagunare, considera la notizia del ritiro di MSC e Costa una vittoria. Ma allo stesso tempo si dichiara da parte dei lavoratori, e rifiuta una contrapposizione tra chi è in cassa integrazione e gli attivisti ambientalisti.

Massimo Cacciari, tra leader del comitato, punta il dito contro le amministrazioni  comunali e lancia un appello alle istituzioni per dar vita a un nuovo modello sostenibile per il futuro del porto di Venezia, che veda lavoratori e attivisti fianco a fianco.

Idea confermata da una nota pubblicata dal movimento: «Dovrebbe essere chiaro a tutti che Venezia non può sopravvivere con la monocoltura turistica (che anzi, nella versione dell’overtourism, impoverisce la stessa vivibilità, l’ambiente, la salvaguardia della città e anche il lavoro, sempre più precario e non tutelato) e l’attuale crisi dovrebbe, per converso, invece, essere utilizzata proprio per impostare un nuovo modello di sviluppo della città e del lavoro».

La speranza del movimento è che i lavoratori della crocieristica non leggano più le bandiere “No Grandi Navi” con astio, ma che vedano negli attivisti dei potenziali alleati.

Giacomo Porra

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