Grandi Navi, al terminal crociere di Venezia utili in crescita ma meno passeggeri

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Grandi Navi a Venezia, utili in crescita ma diminuiscono i passeggeri. Il terminal crociere di Venezia ha chiuso il bilancio 2015 con un fatturato di 33 milioni 374 mila euro (+1,7% rispetto al 2014), un utile netto di 3 milioni 165mila euro (+23,49%) e un Ebitda pari a 9 milioni 698mila euro (+18%). La società di gestione, Vtp Spa, dallo scorso maggio è controllata dalla finanziaria regionale Veneto Sviluppo che ha acquisito la maggioranza di Apvs Srl, società controllante Vtp. Da allora il porto passeggeri veneziano è di fatto controllato dalla Regione Veneto. Mentre il traffico delle Grandi Navi continua a suscitare polemiche che vedono contrapposti coloro che accusano i colossi del mare di rovinare la laguna contribuendo all’erosione delle coste e coloro che invece sottolineano il valore economico dell’indotto.

Il 2015 si è caratterizzato per un calo dei crocieristi – 40mila in meno rispetto al 2014 mentre rispetto all’esercizio 2013 sono ben 160mila i visitatori che hanno fatto tappa al terminal crociere di Venezia – dovuto ai limiti di navigazione e all’autolimitazione del tonnellaggio a 96mila tonnellate praticata dalle compagnie. I conti sono tornati grazie all’incremento delle tariffe, motivato con gli investimenti da 1,6 milioni di euro per il nuovo sistema di copertura per la consegna dei bagagli e per una nuova area di sosta.

«Tale situazione ha generato un maggior numero di toccate salite di 37 unità da parte di navi di minor tonnellaggio che hanno comportato per Vtp un notevole sforzo organizzativo – spiega il presidente di Vtp Sandro Trevisanato –, con revisione delle procedure operative e un potenziamento sia delle infrastrutture, che dell’operatività delle banchine. Il Porto Crociere di Venezia ha quindi registrato una sostanziale tenuta, ma la situazione dovrebbe essere risolta a livello governativo al più presto, perché vietando l’accesso alla maggior parte delle nuove navi, Venezia rischierebbe di ospitare quelle meno recenti e tecnologicamente meno avanzate con una progressiva marginalizzazione del terminal lagunare, baricentro dei traffici adriatici, generando ripercussioni sull’intera crocieristica italiana e su tutto l’indotto occupazionale ed economico ad essa collegato. Se le normative non cambieranno rapidamente, il proseguire del declino appare inevitabile con pregiudizio di un intero comparto che in termini economici di spesa di passeggeri, equipaggi e navi vale oltre 450 milioni di euro annui».

Conclude Trevisanato: «Vtp è riuscita a compensare il calo del numero dei passeggeri, ma tale fattore incide pesantemente su molte aziende della filiera crocieristica, molte delle quali hanno subito e subiranno, in caso di una mancata soluzione, danni rilevanti».

Sui risultati del terminal passeggeri di Venezia è intervenuto il presidente di Confidustria Venezia Matteo Zoppas: «I risultati raggiunti dalla Venezia Terminal Passeggeri sono la prova che il comparto della crocieristica a Venezia resta un asset strategico e importante per l’economia del territorio – ha detto Zoppas –. Complimenti al management e a tutti i lavoratori per questi risultati, ma ora servono risposte concrete da parte del Governo. Il divieto di accesso a navi tecnologicamente più avanzate a discapito di quelle più usurate non è solo un problema di sicurezza ma può diventare un problema di prospettiva se non si trova una soluzione idonea. È arrivato il momento delle decisioni, rimandare significherebbe vanificare un lavoro di anni che ha portato Venezia a diventare il primo homeport del Mediterraneo».

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