Mose, primo test completo. Conte: «Va finito entro l'autunno»

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Alla fine si sono alzate tutte e 78. Per la prima volta il Mose, sistema di dighe mobili che dovrebbe proteggere Venezia dalle alte maree, oggi, 10 luglio, ha testato le sue paratoie. Un test «completo» che è stato effettuato alla presenza del presidente del Consiglio Giuseppe Conte (foto Governo.it) e un’ampia delegazione governativa composta dalla ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli, quella dell’Interno Luciana Lamorgese e del ministro per le Riforme Federico D’Incà. Un atto simbolico che torna a porre sotto i riflettori un’opera di altissima ingegneria idraulica che la città (divisa al suo interno, le manifestazioni di protesta non sono mancate anche oggi) aspetta ormai da moltissime stagioni.

«Il Mose ha obiettivi concreti non immaginifici»

«Abbiamo davanti a noi una poderosa opera che attende da anni il completamento – ha detto il presidente Conte -, una barriera che si estende per 1,6 chilometri e che è nata, già da tante polemiche, per l’obiettivo concreto, non un obiettivo immaginifico, per quanto visionario potesse essere quando è stata progettata: salvaguardare Venezia dall’acqua alta. È per questo che quando siamo venuti qui, purtroppo in un’occasione non piacevole, è stato il 12 novembre, acqua alta, acqua granda come dite qui a Venezia; dopo qualche ora eravamo qui con la Ministra De Micheli in particolare, per verificare con mano i danni, la paura, l’angoscia, la devastazione che ha portato quell’acqua alta.

Strumento di salvaguardia

E abbiamo quindi toccato con mano la sofferenza di questa città. Abbiamo fatto una promessa – ribadisce il premier: questo Mose va completato, va completato e dobbiamo fare in modo, perché non abbiamo altri strumenti, che il prossimo autunno-inverno ci sia uno strumento di salvaguardia. Oggi quindi noi siamo qui augurandoci che questo strumento, quest’opera possa funzionare e possa rispondere all’obiettivo per cui è stato progettata».

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