Veneto City addio: decade l'accordo di programma

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Addio a Veneto City: l’ampio polo previsto fra Dolo e Pianiga, che avrebbe dovuto vedere nascere al suo interno centri commerciali e uffici, molto probabilmente non vedrà più la luce. L’amministrazione comunale di Dolo, infatti, ha deliberato la decadenza dell’accordo di programma firmato nel dicembre del 2011 (qua potete trovare il testo di quello che rimarrà un progetto sulla carta). Si conclude così una vicenda che ha avuto una gestazione più che decennale. Veneto City si arena di fronte alle tante proteste che si sono verificate nel corso degli anni: non solo le opposizioni dei vari enti pubblici coinvolti (Dolo, Pianiga, la provincia di Venezia e la Regione Veneto), ma anche da parte degli ambientalisti, che mal vedevano «una colata di cemento» nella zona e soprattutto delle associazioni di categoria, preoccupate dalla nascita di ulteriori centri commerciali.

Veneto City, le reazioni

«Veneto City è un’iniziativa speculativa nata già vecchia  – ha detto Maurizio Franceschi, direttore di Confesercenti Venezia e Rovigo – perché è null’altro che la copia in grande di quanto già presente, in abbondanza, nel triangolo tra Venezia, Padova e Rovigo. Nonostante le trionfalistiche espressioni utilizzate da progettisti e ideatori, la sostanza di queste operazioni emerge chiaramente: sono “non luoghi” destinati al consumo. Veneto City avrebbe ucciso il commercio, quello vivo, di vicinato nei nostri centri urbani».

Negli anni il progetto di Veneto City era stato soprannominato come «La vuota scatola d’oro»: essendo pensato come un contenitore dall’ampiezza di 700mila metri quadrati e dalla cubatura di 1,7 milioni di metri cubi. Si era parlato anche di far convivere all’interno università, spazi espositivi e quant’altro.

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Covid free come regione, ma molte famiglie soffrono le difficoltà dovute al contagio. Sul fronte sgravi, vi diamo tre buone notizie:

Ecco la nota dell’associazione ambientalista Opzione Zero. «A 8 anni dalla sua approvazione firmato da Zaia, l’archiviazione di Veneto City dimostra una volta di più la natura tutta speculativa di un progetto che fin dall’inizio abbiamo denunciato e contrastato duramente. La retorica e i falsi propositi dei proponenti e di tanta parte della politica alla fine si sono sciolti come neve al Sole. Avevamo già vinto sulla camionabile, sull’interramento dell’elettrodotto Terna, su Città della Moda, sul Polo Logistico di Dogaletto e il centro commerciale di Calcroci; attendavamo il turno di Veneto City, come attendiamo la cancellazione definitiva della Romea Commerciale, ma ora tiriamo un bel sospiro di sollievo e festeggiamo. In tutte queste vicende certamente le inchieste giudiziarie e la crisi economica seguita al crack finanziario del 2008 hanno avuto il loro peso»

«Ma va riconosciuto – prosegue la nota – che tutto ciò non sarebbe stato possibile se allora, ormai 13 anni fa, non si fosse prontamente messo di traverso un movimento largo, popolare, unitario fatto da tante persone determinate e organizzate in comitati e associazioni, che erano riunite sotto la sigla CAT (Comitati Ambiente e Territorio) e di cui parte integrante era anche Opzione Zero. E’ stato grazie alle tante mobilitazioni, all’opera incessante di controinformazione, di pressione politica, di approfondimento e inchiesta, ai ricorsi messi in campo da questo schieramento se siamo arrivati a questi risultati e se la Riviera del Brenta si è salvata da una colata di cemento e asfalto che l’avrebbe definitivamente sfigurata, generando impatti incalcolabili sull’ambiente e sulla salute dei suoi abitanti».

(foto dal sito del progetto VenetoCity.it)

 

 

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