Centro commerciale Due Carrare, Ascom: "Rischio alluvioni". Deda: "Falso"

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

Il nuovo centro commerciale progettato a Due Carrare può causare un rischio di alluvioni? Lo sostengono i commercianti di Ascom, ma Deda srl, società immobiliare promotrice, replica: tutto falso.

Il presidente di Ascom Padova Patrizio Bertin solleva il tema in un’intervista al Mattino di Padova: «Pensiamo anche solo alla questione idrogeologica, che come gli stessi cambiamenti climatici ci segnalano è diventata essenziale – dice Bertin –. Il centro andrebbe a occupare una superficie di 64mila metri quadri, ma soprattutto una piastra di cementificazione di 130mila metri quadri, considerando i parcheggi e il resto. Su questa base noi calcoliamo, in caso di uno sfavorevole evento idrogeologico, un danno che può superare i 200 milioni. Se la sentono sindaco e consiglieri di Due Carrare di prendersi questa responsabilità?».

Il braccio di ferro tocca anche il tema dei posti di lavoro che verrebbero creati dall’iniziativa commerciale. Deda ha messo sul piatto della bilancia due milioni di euro che verrebbero versati al Comune di Due Carrare in caso di intesa, e un migliaio di posti di lavoro per i nuovi negozi che vi troverebbero posto. Per Bertin invece «a farla grande si arriverà bene che vada a 250-300».

Rodolfo Cetera, amministratore delegato di Deda, la società padovana promotrice del maxi centro commerciale, replica così: «Confermiamo di essere pronti ad ascoltare le osservazioni e raccogliere i suggerimenti per migliorare ulteriormente il nostro progetto: ci piacerebbe parlare di come agevolare i commercianti locali che volessero aprire negozi all’interno della nostra struttura, di come poter valorizzare nel nostro centro i prodotti agricoli e alimentari del territorio, di come far beneficiare dell’afflusso di un consistente numero di nuovi visitatori anche altre attività, storico-culturali, alberghiere, di ristorazione, d’intrattenimento, della zona».

E ancora: «Invece, fino ad oggi – aggiunge Cetera –, abbiamo soprattutto sentito paragoni con il Vajont, offensivi per le vittime e i danni di quel tragico evento, previsioni di alluvioni (come la drammatica recente a Livorno) con relativa stima dei danni, divagazioni su quanto malfatti siano i contratti della grande distribuzione».

«In sintesi – conclude l’ad di Deda –, abbiamo ascoltato un sacco di fandonie, o per dirla con un termine moderno, di fake-news, svilenti in primo luogo per chi le propaga, e che vanno contro l’interesse della collettività, perché questo progetto porta in un territorio, oggi marginale, investimenti e posti di lavoro».

Ti potrebbe interessare