Banca Popolare di Vicenza, Fondo Atlante compra azioni a 10 cent

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Dieci centesimi ad azione. È il prezzo che è disposto a pagare il Fondo Atlante, subentrato lunedì a Unicredit nella garanzia dell’aumento di capitale della Banca Popolare di Vicenza, per “salvare” l’istituto di credito vicentino garantendo il successo dell’aumento di capitale che si concluderà il 10 maggio e deve raccogliere sul mercato almeno 1,5 miliardi di euro per soddisfare i requisiti di solidità patrimoniale imposti dalla Banca centrale europea.

Fondo Atlante, guidato da Quaestio Capital Management Sgr e appoggiato con una partecipazione di 400 milioni di euro dalla Cassa Depositi e Prestiti – controllata dal Ministero dell’economia – oltre che da investitori privati e con una dotazione di almeno 4 miliardi, si è impegnato «nei confronti di UniCredit a sottoscrivere le azioni non sottoscritte nell’ambito dell’Offerta Globale a un prezzo non superiore al valore minimo del cosiddetto intervallo di valorizzazione indicativa come determinato dal consiglio di amministrazione della banca».

Dieci centesimi ad azione: accordo Fondo Atlante-Unicredit

Sono le parole di una nota di questa mattina della Banca Popolare di Vicenza, che rivela così quanto si poteva già sospettare: nella “forchetta” di valore stabilita dal cda il 18 aprile 2016, che andava da un minimo di 0,10 euro a un massimo di 3 euro, il mercato tende a privilegiare la prima opzione, quella meno costosa. La riprova oggi, con la pubblicazione del dettaglio dell’accordo Fondo Atlante-Unicredit, che arriva quasi ad azzerare il valore delle quote detenute dagli attuali soci, le cui azioni – lo ricordiamo – valevano 62,5 euro fino al 10 aprile 2015, appena un anno fa. Poi le progressive svalutazioni, fino ad oggi: il 99,8% del valore azionario è andato in fumo.

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