Vignaioli indipendenti: "Semplificare e-commerce all'estero"

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I vignaioli indipendenti chiedono al governo di semplificare le vendite di bottiglie all’estero. È Matilde Poggi, vignaiola veronese e presidente della FIVI – Federazione Italiana Vignaioli indipendenti, che raccoglie quasi mille produttori in tutta Italia – a rivolgersi ai ministri Maurizio Martina (politiche agricole) e Federica Guidi (sviluppo economico) per sollecitare l’adozione di accordi bilaterali per la libera circolazione dei vini all’interno degli stati membri dell’Unione europea.

Gli ostacoli all’e-commerce del vino

Oggi vendere vino da un paese all’altro è una corsa ad ostacoli. Per l’Europa, è necessario avviare una pratica doganale e dotarsi di un domicilio fiscale nel paese di destinazione con il quale assolvere al pagamento delle accise. Una procedura che complica enormemente l’e-commerce su scala europea, non solo per il vino ma anche per altre tipologie di merce. Nel caso dei vignaioli succede che, dopo una visita in cantina da parte di turisti stranieri, diventa impossibile vendere a questi turisti il vino una volta tornati a casa.

Matilde Poggi

Matilde Poggi

Da tempo la Fivi, con la Confederazione Europea dei Vignaioli Indipendenti di cui fa parte, sta chiedendo a Bruxelles una revisione della materia con l’introduzione di un meccanismo che permetta di assolvere le accise nel paese d’origine. La Commissione Europea ha analizzato il problema attraverso il gruppo di progetto Fiscalis, i cui lavori si sono conclusi nel dicembre 2015, e la successiva riunione del Gruppo di contatto delle accise. L’Ue ha riconosciuto la necessità di trovare una soluzione alternativa, ma ha stabilito che ci vorranno diversi anni per arrivare a uno sportello unico intracomunitario (one stop shop) per il pagamento delle accise e dell’Iva.

Sportello unico Ue: tempi lunghi

«Accogliamo evidentemente con favore – scrive ai due ministri la presidente di Fivi Matilde Poggi – il fatto che la Commissione preveda la creazione di uno sportello unico. Tuttavia, se le tempistiche sono troppo lunghe, l’unica soluzione possibile nel breve termine rimane la conclusione di accordi bilaterali tra gli Stati membri. Abbiamo bisogno di soluzioni concrete e immediate per far si che le nostre aziende rimangano competitive; in attesa di una soluzione comune europea, chiediamo al governo di mettere in atto al più presto gli accordi bilaterali per la vendita diretta dei nostri vini a destinazione degli altri paesi europei».

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