Frodi creditizie, 1.290 casi rilevati in Veneto. Venezia la provincia più colpita

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Le frodi creditizie mediante furto di identità – con il successivo utilizzo illecito dei dati personali e finanziari altrui per ottenere credito o acquisire beni con l’intenzione premeditata di non rimborsare il finanziamento e non pagare il bene – continuano ad avere un impatto non trascurabile sul credito alle famiglie. L’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio sulle Frodi Creditizie e i furti di identità realizzato da CRIFMisterCredit evidenzia che nel 2019 in Italia i casi rilevati siano stati oltre 32.300 per un danno stimato che complessivamente supera i 150 milioni di Euro.

Ma la costante crescita di questo fenomeno criminale non sembra arrestarsi tanto che le elaborazioni relative alla prima parte del 2020 mostrano una ulteriore incremento nei primi 2 mesi dell’anno prima che il lockdown disposto dal Governo attenuasse la dinamica nel successivo bimestre, con la drastica riduzione degli spostamenti delle persone e la temporanea chiusura della quasi totalità degli esercizi commerciali.

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Covid free come regione, ma molte famiglie soffrono le difficoltà dovute al contagio. Sul fronte sgravi, vi diamo tre buone notizie:

Frodi creditizie, la situazione in Veneto

 Per quanto riguarda nello specifico il Veneto, sono stati 1.290 i casi di frode rilevati, dato che posiziona la regione all’11° posto della graduatoria nazionale, guidata nell’ordine da Campania, Lombardia e Sicilia.

A livello provinciale, il maggior numero di frodi creditizie è stato registrato nella provincia di Venezia, con 279 casi (che la collocano al 33° posto nel ranking nazionale), seguita da Verona, con 253 (37^ posizione), da Vicenza, con 228, e da Padova, con 216.

frodi creditizie

Tra le forme tecniche di credito in cui si registra il maggior numero di eventi fraudolenti spiccano i prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi, che rappresentano la metà del totale, seguiti  dalle frodi sulle carte di credito (con il 30,7%) e da quelle sui prestiti personali, che arrivano a spiegare il 9,2% del totale. Entrando nel dettaglio dei beni e servizi acquistati con un finanziamento ottenuto in modo fraudolento, quasi un terzo dei casi ha per oggetto elettrodomestici ma una quota significativa riguarda anche i comparti auto-moto (11,8% del totale), elettronica, informatica e telefonia (8,6%) e arredamento (8,4%).

Aumentano i casi che hanno come oggetto di frode consumi (6,9% del totale ma +57,8% rispetto alla precedente rilevazione), spese professionali, trattamenti estetici/medici e soprattutto, prodotti assicurativi, che pur spiegando solo l’1,0% sono più che raddoppiate.

Il profilo delle vittime

Dall’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio CRIF – Mister Credit sui furti di identità e le frodi creditizie emerge che, ancora una volta, la maggioranza delle vittime sono uomini (61,2% dei casi). Relativamente alla distribuzione per fascia di età, quella in cui si si rileva il maggior numero di casi è quella degli under 30 anni, con il 23,8% del totale. Seguono la classe compresa tra i 41 e 50 anni, con il 23%, e quella tra 31 e 40 anni, con il 21,2%

Relativamente alla tipologia del contratto di lavoro, dall’analisi condotta dall’unità antifrode BPO di CRIF è emerso che l’1,2% delle pratiche di finanziamento di lavoratori dipendenti è risultata non conforme, contro un’incidenza dello 1,0% per i lavoratori autonomi e un residuale 0,16% per altre categorie come i Cococo.

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