
Terme Euganee, semestre tra conferme e nuove sfide: stabili gli italiani, calano gli stranieri
La fotografia dei flussi turistici nel primo semestre 2025 conferma la tendenza – nel bacino termale euganeo – a una riduzione della durata media del soggiorno. Secondo i dati dell’Osservatorio turistico regionale, analizzati da Federalberghi Terme Abano Montegrotto, tra gennaio e giugno sono stati registrati 439.346 arrivi, un dato in crescita rispetto al 2019 (+3,2%) e al 2023 (+1,8%), ma in leggera flessione rispetto al 2024 (-1,7%). Le presenze si sono attestate a 1.332.185, in calo del 2,9% sul 2024 e ben dell’11,4% rispetto al periodo pre-pandemico del 2019. La durata media del soggiorno è scesa a 3 notti, contro le 3,5 del 2019, segnalando una trasformazione strutturale verso vacanze più brevi e frammentate. Il mercato domestico continua a mostrare una buona tenuta: gli arrivi degli italiani restano stabili rispetto al 2024 e crescono sensibilmente rispetto al 2019 (+13,1%), anche se la permanenza tende ad accorciarsi. Più complesso invece il quadro internazionale: gli arrivi dall’estero hanno segnato un calo del 6,6% rispetto allo scorso anno e restano inferiori del 17,5% ai livelli del 2019, con un impatto significativo sulla permanenza media e sulla spesa complessiva.
Anche l’analisi sul solo mese di giugno conferma la tendenza. Gli arrivi hanno raggiunto quota 67mila, in aumento del 3,5% rispetto al 2024 e del 2,6% sul 2019, ma le presenze si sono fermate a 233mila, in leggera crescita rispetto allo stesso mese dell’anno scorso (+2,7%) ma distante dal 2019, quando superavano le 370 mila unità. La durata media del soggiorno nel mese di giugno, che prima della pandemia era di oltre 5,6 notti, si è ormai stabilizzata intorno a 3,5 notti.
«Alla riduzione delle presenze, con molti hotel che registrano puntualmente il sold out solo nei weekend per poi fare i conti con presenze ridotte nei giorni infrasettimanali – dichiara Walter Poli, presidente di Federalberghi Terme Abano Montegrotto – si associa la forte crescita dei costi di gestione e manutenzione di strutture come le nostre, dotate spesso di più piscine, di reparti cura moderni, di ampi giardini. Le marginalità si sono fortemente ridotte negli ultimi anni, e gli imprenditori termali, custodi della risorsa fangoterapica, si trovano di fronte a sfide sempre più complesse. Servono investimenti urgenti sulla promozione all’estero – per attrarre un target di turisti che in genere si fermano più notti – e sulla diffusione di una cultura del termalismo, comunicando e divulgando i benefici per la salute, scientificamente provati, delle cure fangoterapiche».