Uffici ministeriali, a Vicenza manca il 60% della forza lavoro. La denuncia dei sindacati

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A Vicenza manca il 60% della forza lavoro nelle sedi “ministeriali”: è la denuncia dei sindacati della pubblica amministrazione che segnalano la situazione allarmante in cui versano i servizi periferici delle “funzioni centrali”, ovvero gli uffici provinciali che dipendono da enti nazionali e ministeri.

Il 10 maggio la segretaria generale di Fp Cgil Giulia Miglioranza, il segretario di Cisl Fp Gian Paolo La Porta e il segretario generale Uilpa Alessandro Sabino hanno parlato di una situazione «oltre l’insostenibile»: il poco personale rimasto è oberato di lavoro e fa fatica a rispondere alle scadenze. Il servizio al cittadino rischia di scadere fino a ad essere ritardato o in casi estremi essere addirittura sospeso. Situazione già segnalata al prefetto, il cui ufficio vicentino vede in servizio 54 persone su un organico previsto di 130.

Negli uffici dell’INPS vicentini su 250 posti in organico in servizio vi sono solo 150 persone. Da segnalare che all’INPS sul territorio veneto è in corso uno stato di agitazione. All’Ispettorato del lavoro su un organico di 87 persone ora lavorano solo 32. All’ufficio provinciale scolastico (ex provveditorato agli studi) il 20% del personale è dipendente del Ministero, per l’80% si tratta di personale distaccato dalle scuole. In Questura gli impiegati sono scesi da 50 a 40 (sempre tra il 2018 e il 2021), e in Archivio di Stato (sedi di Vicenza e Bassano) su un organico di 24 persone ora sono in servizio solamente in 9. Infine in Ragioneria Territoriale dello Stato (MEF) da 42 sono rimasti in servizio in 30.

I concorsi – affermano i sindacalisti – sono stati deludenti: lo stipendio spesso non è in linea con il costo della vita (il CCNL è rimasto fermo al palo per 10 anni senza essere rinnovato) e nelle zone periferiche come Vicenza è difficile che si trasferiscano i vincitori che preferiscono aree del Paese dove il costo della vita è minore.

A tutto questo si aggiunge anche il blocco del turnover avvenuto negli scorsi decenni che ha provocato un innalzamento dell’età media dei dipendenti dello Stato. Infine una ulteriore preoccupazione del sindacato è lo scadimento della credibilità del funzionario pubblico dei servizi centrali: a causa del sotto organico l’efficienza è assai compromessa e l’immagine dagli uffici ne risente sempre di più.

Andrea Fasulo

Nella foto: Giulia Miglioranza, Gian Paolo La Porta e Alessandro Sabino

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