Lavoro, indagine Confartigianato Vicenza: i giovani preferiscono la piccola impresa

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Un investimento forte nelle proprie competenze e nel mondo del lavoro che li attende, consapevoli delle complessità che dovranno affrontare. È questo il quadro che emerge dall’indagine “Il futuro che vorrei”, commissionata da Confartigianato Imprese Vicenza all’Istituto Universitario Salesiano Venezia (IUSVE) che ha coinvolto gli studenti della scuola secondaria di secondo grado della provincia di Vicenza e di altre quattro province venete (Verona, Padova, Treviso e Venezia).

Un totale di 1.661 rispondenti tra i 14 e 19 anni, di cui 917 vicentini (soggetto privilegiato dell’analisi), raggiunti con questionario direttamente a scuola e via social media nei mesi di aprile e maggio 2022. L’indagine è stata progettata dall’Istituto Universitario Salesiano di Venezia (con la supervisione di Davide Girardi), mentre la rilevazione sul campo è stata effettuata da Demetra Opioni.net (con la supervisione di Beatrice Bartoli che, in collaborazione con Girardi, si è occupata anche dell’elaborazione dei dati raccolti).

L’indagine si articola su tre focus: le immagini del lavoro, l’orientamento scolastico e professionale e l’alternanza scuola lavoro o PCTO.

Sette giovani su 10 sono consapevoli che per avere successo nel mondo del lavoro sia necessario puntare sulle proprie competenze. Intraprendenza, intuizione e spirito collaborativo completano il quadro delle competenze trasversali utili per raggiungere il successo professionale (rispetto agli appoggi delle reti familiari e delle conoscenze).

Per trovare il lavoro che risponde alle loro esigenze i giovani sono anche disposti a spostarsi in altre province, regioni, o fuori Italia, anche in Paesi extraeuropei, propensione che interessa soprattutto le ragazze e i liceali.

Spicca la preferenza della piccola impresa rispetto a quella più strutturata, perché in grado di offrire migliori possibilità di interazione con i colleghi e di collaborazione con il titolare. I giovani riconoscono alla piccola azienda (rispetto alla grande) anche una maggiore capacità di offrire un lavoro interessante dando loro la possibilità di acquisire maggiori competenze.

Le noti dolenti dell’immaginario giovanile registrano un saldo negativo della piccola impresa sul fronte del guadagno, della possibilità di fare carriera e della flessibilità. Il saldo si fa ampiamente negativo quando si affronta l’item dell’ambiente di lavoro tecnologicamente avanzato.

Secondo l’indagine, gli studenti della provincia di Vicenza poi sono più orientati verso un lavoro, che costruisca una buona professionalità (in prevalenza chi frequenta il professionale) e che permetta di trovare un’occupazione che faccia guadagnare (chi frequenta il tecnico). I ragazzi delle altre province invece sono più focalizzati sulla prosecuzione verso l’università. Una scelta, questa che, a livello vicentino, è prevalentemente femminile.

Sul tema alternanza-scuola lavoro la maggior parte dei ragazzi ritiene che ciò permetta di aumentare le proprie competenze, confrontarsi con lavoratori adulti e lavorare con altre persone. Da qui la risposta molto positiva, complessivamente il 58% con punta del 66% nel vicentino, alla domanda se le attività di collegamento formazione-lavoro andrebbero aumentate. A sostenerlo sono per la maggior parte degli studenti di tutti gli indirizzi di studi, anche dei licei.

«L’indagine si inserisce in uno scenario con trend demografico poco incoraggiante – commenta il presidente di Confartigianato Vicenza, Gianluca Cavion –, anche per l’assenza di chiare e incisive politiche familiari, e in un momento storico in cui è difficile decodificare, anche per gli adulti, i cambiamenti in atto a livello sociale, economico e politico e prevederne gli sviluppi (pur in presenza di alcuni macro trend, quali la sostenibilità e le tecnologie). Tutto ciò si ripercuote nel mondo produttivo con molte imprese che faticano a trovare figure professionali e competenze per ridare slancio all’attività o sostituire maestranze in uscita. È quindi  importante proseguire e rafforzare il dialogo tra scuola, famiglie e mondo del lavoro».

Per Nicoletta Morbioli, Provveditore agli Studi di Vicenza, «l’analisi come scuola ci serve per migliorare ulteriormente le nostre azioni di orientamento scolastico e professionale, anche se i dati su Vicenza sono assai confortanti e ci danno riscontro dell’efficacia di quanto abbiamo intrapreso fino ad ora. La scuola deve farsi promotrice di un raccordo integrato, attraverso il coinvolgimento attivo di molteplici soggetti, a vario titolo interessati e impegnati nella promozione della funzione orientativa della formazione, al fine di costruire una “comunità orientativa educante”. In assenza di questo coordinamento integrato, è problematico affrontare con successo gli ulteriori processi di transizione e di apprendimento nell’arco della vita per raggiungere un soddisfacente “futuro che vorrei”».

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