Intel, la «gigafactory» in Veneto si allontana. Boscaini: «Attrattività di Verona rimarrebbe intatta»

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Il progetto della “gigafactory” di Intel in Veneto, nel veronese, inizia a vacillare. Tutto in fase di stallo per l’investimento previsto dal colosso dei chip sul nostro territorio. Al momento non c’è ancora una chiusura definitiva, ma uno di quei silenzi che alimentano più dubbi che attesa.

Il progetto prevede oltre 33 miliardi di euro da distribuire in siti e centri specializzati in giro per l’Europa, Italia compresa. Cinque miliardi di investimento sarebbero andati alla Penisola, per un centro di packaging e produzione back-end localizzato a Vigasio, nel veronese, oppure tra Volpiano e Settimo Torinese, in Piemonte.

Ora però la frenesia sembra sul punto di affievolirsi, con Intel che ancora non ha comunicato novità al riguardo, facendo presagire la sospensione del progetto, come scrive Federico Fubini sul Corriere.

Sarebbe da imputarsi alle pressioni degli States questo temporeggiare sul piano Europa di Intel. Gli USA infatti vorrebbero trattenere il progetto in patria, con l’idea di ridurre la dipendenza dalla Cina per la produzione di semiconduttori. Senza contare le problematiche ben note legate a inflazione e rincari su energia e materie prime.

Nel frattempo nel capoluogo scaligero già ci si prepara a ricevere una delusione, con le parole comunque fiduciose di Raffaele Boscaini, presidente di Confindustria Verona: «Se anche l’operazione non dovesse andare in porto, l’attrattiva di Verona non ne sarà intaccata: è chiaro che sarebbe un’occasione importante, ma se la potenzialità del nostro territorio è quella dimostrata da quest’interesse, allora non dobbiamo avere paura.»

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