Rincaro trasporti e materie prime, Ita Agency: «All'aria parte dei ricavi di un anno da record»

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Quando la combinazione tra aumento delle spese per i trasporti e incremento dei prezzi delle materie prime rischia di azzoppare un anno straordinario. È il caso di ITA Agency, realtà di Carbonera tra i principali distributori di prodotti per tabaccherie e cartolerie in Italia: è di questi giorni la notizia del secondo rincaro in poche settimane del costo degli accendini importati via nave dalla Cina (salito in totale del +22% in soli due mesi), articoli tra i più venduti dall’azienda di Carbonera. Un rialzo che va ad aggiungersi all’inarrestabile ascesa dei costi per i viaggi dei container che partono da Shanghai, quasi decuplicati dallo scorso gennaio (si è passati dai 1.500 ai 13.500 dollari a container). La comunicazione è arrivata direttamente dal fornitore asiatico, che ha annunciato la riduzione del 50% della capacità produttiva. Le cause? Da una parte la nuova politica sul consumo energetico del governo cinese, dall’altra l’aumento dei prezzi delle materie prime come plastica, gas, acciaio, carta. Per attutire il colpo, l’azienda sta attingendo alle proprie finanze, ma ha anche dovuto rimettere mano al listino dei prezzi di vendita. E se i disagi tardassero a rientrare, dovrà rivederlo un’altra volta.

Marco Fabbrini, amministratore delegato di ITA Agency, alla guida di una squadra che conta 115 dipendenti nella sede trevigiana e 150 agenti attivi lungo tutta la Penisola, a coprire una rete di 57mila tabaccherie: «Le previsioni parlavano di un 2021 da record e le aspettative finora non sono state disattese. Solo per fare un esempio, le vendite di articoli per tabaccherie in questi primi nove mesi sono aumentate del 24% sullo stesso periodo del 2020, per un giro di affari pari a 27 milioni di euro. Complessivamente, il fatturato al 30 settembre si attesta sui 36 milioni di euro. A dicembre abbiamo chiuso oltre la soglia dei 47 milioni di euro di fatturato (in calo del 17% rispetto al 2019). Puntiamo a recuperare quanto perso con la pandemia e a confermare la marginalità registrata l’anno scorso.

Questo solo per rimanere sul fronte economico. Ma anche lato patrimoniale abbiamo indicatori che dimostrano che l’azienda è in buona salute. Uno su tutti, la capacità del magazzino, ponderata alle vendite e alla rotazione della merce, in modo da pagare i debiti nei confronti dei fornitori all’uscita dei prodotti stoccati.

Peccato però – sottolinea con rammarico Fabbrini – che a mandare all’aria parte di questi risultati straordinari negli ultimi mesi siano sopraggiunti continui rincari del costo del trasporto degli accendini che importiamo dalla Cina e adesso pure l’aumento dei prezzi degli accendini stessi. Rincari che complessivamente peseranno fino a 20mila euro a container, ovvero tra i 60 e gli 80mila euro al mese, considerato che viaggiano per noi dai tre ai quattro container di accendini al mese. Già a inizio settembre ci siamo trovati nelle condizioni di dover ritoccare i prezzi di vendita degli accendini. Speriamo che l’emergenza rincari rientri quanto prima, così da sventare il rischio di nuove ricadute sui consumatori».

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