Le imprese agricole crescono in controtendenza. E in Veneto gli under-40 creano più valore

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«Con la ripresa dall’emergenza sanitaria le aziende agricole spingono con nuove progettualità mettendo in campo innovazione e soluzioni aperte ai servizi alla collettività». In un contesto poco incoraggiante il comparto continua a dare dimostrazione della sua forza produttiva data dalle nuove generazioni che investono in progetti imprenditoriali legati alla sostenibilità ambientale, alle coltivazioni biologiche e alla valorizzazione della biodiversità. In Veneto, infatti, gli agricoltori under-40 generano un indotto economico triplo rispetto alla media italiana, in un settore che negli ultimi cinque anni è stato l’unico a far registrare un aumento del numero di attività in proprio.

Secondo i dati elaborati dal Programma di Sviluppo Rurale, e diffusi da Coldiretti, i 2 mila neo imprenditori insediatisi durante il quinquennio di finanziamento hanno investito 300 milioni di euro per migliorare le performance aziendali. In termini di dimensione economica emerge che le imprese agricole guidate in Veneto dagli under-40 sfiorano una dimensione economica pari a 250.000 euro, contro 80.000 euro della media italiana.  Il divario, però, salendo per classi di età, diminuisce notevolmente, a significare che le realtà condotte da giovani sono più dinamiche. È Coldiretti a porre l’attenzione sulle statistiche nazionali sulla base del Rapporto del Centro Studi Divulga in riferimento alla denuncia dell’Ufficio studi della Cgia sul forte calo delle partite Iva in Italia provocato dall’emergenza Covid.

In piena pandemia è cresciuto solo il numero di giovani imprenditori agricoli con un incremento dell’8% negli ultimi cinque anni, in netta controtendenza rispetto all’andamento generale dell’economia. «Uno spaccato di questa effervescenza – commenta Alex Vantini delegato degli under 30 di Coldiretti Veneto – lo abbiamo visto durante la finale dell’Oscar Green a Vicenza lo scorso 7 ottobre dove 80 talenti della campagna hanno gareggiato con progetti imprenditoriali destinati a cambiare il profilo del settore primario regionale. Realtà che lasciano il segno anche in termini di garanzia di occupazione».

Nonostante crisi e pandemia in Italia si rileva anche un incremento del 4% degli occupati dipendenti in agricoltura, con 11 mila nuovi posti di lavoro per giovani in agricoltura negli ultimi 10 anni. Un risultato in controtendenza se si guarda al dato nazionale relativo al lavoro dei giovani, dove calano gli altri settori tra cui: ristorazione (-14%); arte e intrattenimento (-5,5%); manifattura (-4,2%); commercio al dettaglio e ingrosso (-3,7%).

Con la crisi provocata dall’emergenza sanitaria, il settore agricolo – sottolinea la Coldiretti – è diventato di fatto il punto di riferimento importante per le nuove generazioni, tanto che nel 2020 sono nate in media 17 nuove imprese agricole condotte da under 35 al giorno. Una svolta green che ha portato al lavoro nelle campagne italiane un esercito di 55mila imprese giovani che  ha di fatto rivoluzionato il mestiere dell’agricoltore impegnandosi in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.

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