Salgono i costi delle materie prime, fatturato in calo per il 55% delle micro-imprese venete

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Si fa sempre più stringente la morsa rappresentata dagli aumenti dei costi di materie prime e semilavorati. La spirale dei rincari allarma le imprese del settore manifatturiero e in particolare le micro imprese che in Veneto sono circa il 75% del comparto sulle quali l’impatto degli aumenti dei prezzi è più rilevante. È quanto emerge da una indagine condotta dall’Ufficio Studi della CNA su un campione di circa mille tra micro e piccole imprese. La fotografia presenta tinte fosche: il 55% subirà una contrazione della redditività, un’impresa su cinque un calo di ordini e fatturato, senza contare le possibili spinte inflazionistiche (su base annua, rispetto ad agosto 2020, i prezzi sono aumentati del 2,1%) con il conseguente calo della ripresa della domanda e le invitabili ripercussioni sull’occupazione.

Soffrono in particolare le cosiddette micro imprese (meno di 10 addetti), le più esposte e con capacità molto limitate per adottare contromisure. I continui rincari e l’allungamento dei tempi di consegna rischiano di rendere insostenibili i preventivi accettati dalla clientela. Tra le contromisure il 67,8% del campione ha cercato di rinegoziare i preventivi proposti al cliente.

Per arginare i rincari un’impresa su tre è alla ricerca di nuovi fornitori, strategia adottata dal 40% delle imprese dell’elettronica e dal 36,8% della meccanica/automotive, ma ciò significa dover scegliere il male minore: la forte contrazione del margine di profitto o la perdita del cliente.

Un fenomeno, quello dei rincari, che ha innescato ad effetto domino tutta una serie di preoccupanti conseguenze nella filiera produttiva: dalla difficoltà nel reperire i materiali alla dilatazione dei tempi di consegna.

Gli aumenti settore per settore

L’indagine del sondaggio di CNA si è focalizzata su un paniere di 28 materie prime e beni intermedi, e prende in considerazione i primi due trimestri del 2021. Nel segmento del legname, sempre secondo i dati recuperati dall’indagine, si segnalano il rincaro dell’abete pari al 39,4%, pino +32,5%, noce +25,9%.

Rialzi molto consistenti anche nelle plastiche con il polipropilene che supera il 30%, il Pvc segna un +22,8%. I semilavorati per la meccanica mostrano un aumento medio dei prezzi del 25,5% mentre più contenuta la componentistica elettronica che si attesta al 17,2%.

Le imprese valutano con preoccupazione anche l’allungamento dei tempi di consegna dei materiali che in media mostrano una dilatazione di 25 giorni con punte nella componentistica elettronica (40 giorni in più).

«Guardare al PNRR potrebbe essere la soluzione»

«Sin dalla fine del 2020 – commenta Alessandro Conte, presidente di CNA Veneto – il Veneto rileva aumenti del costo delle materie prime. Come Confederazione regionale abbiamo monitorato la situazione e cercato di dare delle risposte concrete alle imprese: dalle azioni di sostegno al credito per l’acquisto di scorte, fino alla partecipazione collettiva ad aste di materiali. Di recente, grazie al lavoro con alcuni europarlamentari veneti * abbiamo portato istanze precise su come sostenere la manifattura italiana  – già sofferente a causa del Covid 19 ed ora ancor più stremata dall’emergenza della carenza di materie prime – all’attenzione della  Commissione Europea che “sonderà la possibilità di partenariati e cooperazione a livello internazionale per affrontare le dipendenze strategiche, avvierà ulteriori alleanze industriali e rafforzerà le azioni sulle perturbazioni della catena di approvvigionamento delle piccole e medie imprese”, ma che, nell’immediato, rimette la questione al nostro Governo».

La Commissione europea ha iniziato ad erogare i pre-finanziamenti, previsti dal Dispositivo di ripresa e resilienza, agli Stati membri ad inizio agosto. L’Italia ha ricevuto i primi 25 miliardi di euro.

In base ai dati del Centro Studi Sintesi, di CNA Veneto, tra il 2021 e il 2026 il Veneto sarà destinatario di circa 15 miliardi di euro provenienti dal PNRR, che equivalgono al 9,2% del PIL Regionale.

«Secondo le risposte giunte dalla Commissione – prosegue Conte – le attività di sostegno nel settore delle materie prime costituiscono una delle possibilità a disposizione degli Stati Membri per rafforzare la resilienza economica e sociale. Al Governo chiediamo quindi di destinare parte di quanto erogato in base al PNRR per incentivare e sostenere la produzione di materie prime per rafforzare il settore manifatturiero, svincolando così le PMI dalle logiche di importazione che, in questo momento, stanno ponendo gravi difficoltà alla ripresa. Alla Regione, parte del Tavolo permanente e assieme agli altri enti territoriali responsabile della realizzazione di investimenti pari al 39% delle risorse del PNRR, chiediamo di portare le istanze del tessuto produttivo veneto».

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