Cantieri veloci, Palazzo Chigi impugna la legge regionale

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I «cantieri veloci» rallentano al varco di Palazzo Chigi. Il Consiglio dei Ministri ha infatti impugnato la legge regionale approvata lo scorso giugno, che intendeva semplificare i settori dell’urbanistica e dell’edilizia per rendere più incisivi i diversi interventi, nel rispetto delle previsioni contenute nel Testo unico sull’edilizia (dpr 380/2001) e del quadro normativo nazionale. Una legge volta in modo particolare a rilanciare l’edilizia, prevedendo l’adozione di misure di semplificazione e accelerazione dell’iter di alcuni procedimenti amministrativi e la riduzione di oneri e adempimenti a carico di imprese, comuni e cittadini.

A fermare il provvedimento è nientemeno che l’articolo 117 della Costituzione, quello che regola le competenze legislative di Stato e Regioni. «Veneto cantiere veloce» appare in contrasto con la legislazione nazionale in materia di urbanistica.

I quotidiani veneti del Gruppo GEDI riportano oggi alcuni commenti da Palazzo Ferro-Fini. «Credo che qualcuno però sia più attento ai cavilli burocratici che alla sostanza», ha detto Alberto Villanova, consigliere trevigiano della lista Zaia. «A volte la distanza sembra incolmabile, ma se Roma vuole tenderci una mano, noi ci siamo e siamo disposti a superare le criticità».

Per il Partito Democratico si tratta invece di una sconfitta annunciata: «Su Veneto cantiere veloce è calato ciò che fino all’ultimo minuto prima dell’approvazione avevamo paventato», è il commento dei dem Andrea Zanoni e Jonatan Montanariello. «Malgrado i campanelli d’allarme sulla costituzionalità della legge, la maggioranza ha voluto procedere senza ascoltare nessuno».

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