Agriturisimi, la legge regionale divide. Confturismo: «Penalizza alberghi e ristoranti»

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Veneto, la legge regionale in favore degli agriturismi rischia di penalizzare ulteriormente alberghi e ristoranti. La legge, infatti, attualmente all’esame in Consiglio regionale prevede, il raddoppio della capacità ricettiva degli agriturismi, cui sarebbe consentito di passare da 30 a 60 camere, e l’ulteriore abbassamento della soglia percentuale (da 65% a 50%) di prodotti agricoli propri per potersi definire agriturismo, con tutto ciò che ne consegue sul piano operativo e fiscale, non ultimo la possibilità prevista di svolgere attività di somministrazione in occasione di manifestazioni e per asporto, con consegna a domicilio, che di fatto andrebbe a certificare la totale sovrapposizione dell’attività di ristorazione svolta da un’azienda agrituristica, con quella analoga svolta da un pubblico esercizio.

La legge regionale n. 22 del 25 novembre 2020 rischia, quindi, di scatenare un conflitto fra i settori terziario e primario, con il turismo da una parte, l’agriturismo dall’altra.

Per Confturismo Veneto, con l’introduzione di queste (e precedenti) modifiche, le attività agricole scivolano sempre più fuori dal proprio seminato, invadendo non solo il settore alberghiero, ma anche in quello della ristorazione, e proprio in quest’anno di covid, che sta uccidendo le aziende del turismo, la cosa suona particolarmente stonata.

Confturismo Veneto: « Tra alberghi ristoranti e agriturismi guerra fra poveri in piena crisi»

«Una proposta simile in pieno Covid equivale a scatenare una guerra tra poveri, infierendo, oltretutto, su chi, economicamente, sta subendo i danni maggiori, il settore del turismo – la considerazione è di Marco Michielli, presidente di Confturismo Veneto, che ha incontrato l’assessore regionale al Turismo Federico Caner – I 60 posti letto che la nuova legge vorrebbe concedere agli agriturismi sono gli stessi presenti in media in una struttura alberghiera veneta. Capirete che per noi la cosa è inaccettabile, così come la somministrazione e l’asporto».

«Se gli agricoltori vogliono fare un albergo o un ristorante, nulla in contrario – aggiunge Michielli – Ma che facciano un albergo o un ristorante! Almeno ce la vedremmo finalmente nello stesso mercato con le stesse regole. Di fatto con l’introduzione di queste (e precedenti) modifiche, le attività agricole scivolano sempre più fuori dal proprio seminato, invadendo non solo il settore alberghiero, ma anche quello della ristorazione».

«In un momento di grande difficoltà per l’intero comparto è necessario ragionare in un’ottica il più possibile inclusiva. Non possiamo lasciare indietro nessuno – afferma Michielli – Per questo nel corso dell’incontro di oggi con l’assessore Caner ho chiesto e ottenuto la possibilità di nuovi approfondimenti che sono certo serviranno a mettere a punto una norma di cui ravvisiamo la necessità, ma che deve tenere conto, oltre che degli scenari attuali, anche delle prospettive future».

 

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