Ripartenza sprint per l'export Veneto: nel primo semestre +2% sui valori pre-Covid

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Export, post pandemia i dati cominciano a sorridere: in termini assoluti il manifatturiero Veneto, negli ultimi sei mesi, ha esportato per 31 miliardi e 936 milioni di euro, il 2,2% in più rispetto all’anno scorso (31,258 miliardi) ma soprattutto +1,9% rispetto a due anni fa quando vennero effettuate esportazioni per 31,345 miliardi.

Il Veneto si conferma terza regione per volume d’affari in Italia, alle spalle solo di Emilia Romagna e Lombardia, ma con un tasso di crescita nel post Covid maggiore.

Export in ripresa, l’analisi del presidente Boschetto

«L’Europa, con Germania, Francia, Spagna e Polonia in particolare (che rappresentano il 60% delle esportazioni UE post Brexit) ed USA, Regno Unito, Svizzera e Cina (che rappresentano il 49% delle esportazioni extra UE), si confermano mercati strategici per il manifatturiero della nostra regione -afferma Roberto Boschetto Presidente di Confartigianato Imprese Veneto -. E’ quasi incredibile che i volumi d’affari siano già tornati così velocemente ai livelli pre-covid che, ricordo, erano reduci da crescite importanti e quindi di assoluto rilievo».

«Un segnale importante viene dal confronto con i nostri principali competitor, Lombardia (-2% rispetto ai sei mesi del 2018/2019) ed Emilia Romagna (+1,7%), che crescono meno di noi. Il Veneto resta terzo in classifica per il peso dell’export manifatturiero sul totale italia (13,9%) ma recupera qualche punto rispetto alle due regioni. In questo processo -prosegue- le filiere venete del made in Italy sono tornate a pieno regime con delle conferme, delle novità e qualche
preocupazione».

«Conferme -sempre dal confronto con i sei mesi di due anni fa- arrivano dall’alimentare (+3,4%), dai mobili (+3,5%) e anche dall’abbigliamento (+2,1). Novità di rilievo sul fronte dei prodotti chimici (+9,5%), farmaceutici (+130,2%), computer e prodotti di elettronica (+15,3%) ed apparecchiature elettriche (+12,3%). Preoccupazione desta invece il comparto dei macchinari ed attrezzature (-2,9%) non tanto per la contrazione ma per l’importanza economica che riveste. Stiamo parlando di un settore che esporta oltre 6 miliardi in sei mesi e pesa quasi per il 20% di tutte le nostre esportazioni manifatturiere. Ancora indietro i prodotti tessili (-14,5%) e gli articoli in pelle tra cui le scarpe (-3,4%)».

Dall’analisi dei dati emerge che la nostra Regione, anche senza il Regno Unito, continua a guardare verso la UE post Brexit come mercato primario. Ben 17milardi e mezzo sono le esportazioni pari al 54,8% del totale. In crescita di quasi 600 milioni rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+3,5%). L’extra UE invece cresce solo dello +0,6% e si ferma a 14 miliardi 400 milioni di euro (+80 milioni). Molto bene i primi Paesi UE per peso con la Germania + 5,5%, la Francia (+7,5%) e la Polonia (+8,7%). Cala solo la Spagna -2,5%. Molto bene anche i Paesi principali extra UE con gli USA (+2,5%, il Regno Unito (+1,3%), la Svizzera (+14,8%) e la Cina (+18,6%).

«Se guardiamo esclusivamente ai settori dove la presenza di MPI è più forte – ha concluso Boschetto- purtroppo notiamo che, pur recuperato il crollo dovuto alla pandemia, i risultati sono un po’ meno esaltanti. Pesano infatti le perfomance negative di tessili, prodotti in pelle e prodotti in legno (esclusi i mobili). Resta comunque il dato positivo che, in questi ultimi 6 mesi, abbiamo esportato la stessa cifra di due anni fa, 13 miliardi e mezzo di euro».

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