L'allarme degli allevatori veneti: «Prezzi delle materie prime alle stelle, a rischio la qualità»

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A causa della pandemia tutti i prezzi delle materie prime, in particolare le proteiche, utilizzate per l’alimentazione degli allevamenti sono schizzati in alto: la soia da 33 euro il quintale ha raggiunto picchi di 60 assestandosi ora sui 55/56, il mais da 17 euro è passato a 28, il girasole da 17 a 27, anche la colza è aumentata del 60%, addirittura la paglia da 6/7 euro è passata a 12 euro.

Materie prime: in Veneto il 40% degli allevamenti zootecnici

Il problema è grave: l’orzo, insieme a mais, colza e girasole sono gli ingredienti della dieta ideale per avere carne buona e latte di qualità. In Veneto si concentra il 40% degli allevamenti zootecnici italiani, la stessa percentuale vale anche per le coltivazioni che riguardano appunto il nutrimento dei capi nelle stalle come cereali e leguminose.

«L’approvvigionamento delle materie prime  costringe gli allevatori a produrre il più possibile in azienda gli alimenti – spiega Coldiretti Veneto  –  Servono due raccolti all’anno, prima orzo o grano e dopo mais, tutti destinati alla trinciatura per il ceroso e non alla granella, anche per ridurre i tempi di maturazione. Questo e’ il periodo di lavorazione. I trattori solcano i campi con l’alta meccanizzazione guidata dalle nuove generazioni che non conoscono domeniche al mare o in montagna. Si chiama passione, professionalità, competenza a volte, per genitori ed amici tanto entusiasmo per la campagna e’ addirittura incomprensibile.
Ma e’ a loro che si deve un rinnovato interesse per l’agricoltura che fa bene a tutti. Ed e’ sempre ai contadini under 30 che l’attenzione deve essere rivolta dal sistema economico e politico. Tanta dedizione merita rispetto: i neo imprenditori devono  essere riconosciuti per il loro lavoro con la dignità di un valore equo per ciò che fanno ogni giorno. La libertà di produrre ai prezzi giusti in una filiera che li renda protagonisti e non l’anello debole».

«In gioco c’è il futuro dell’allevamento italiano in una situazione in cui con la pandemia da Covid si è aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti, speculazioni e incertezza che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per conquistare l’autosufficienza produttiva nei settori strategici per garantire l’alimentazione delle popolazione. Nell’immediato bisogna garantire la sostenibilità finanziaria delle stalle con la responsabilità dell’intera filiera per non perdere capacità produttiva in un Paese come l’Italia che è fortemente deficitaria per i prodotti zootecnici ma c’è anche bisogno di un piano di potenziamento o e di stoccaggio per le principali commodities, dalla soia al mais fino all’atteso piano proteine nazionale per l’alimentazione degli animali in allevamento per recuperare competitività al Paese rispetto ai concorrenti stranieri».

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Molte famiglie soffrono le difficoltà dovute al contagio, che è tornato a farsi sentire fortemente in questi giorni. Sul fronte sgravi, vi diamo due buone notizie:

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