Ipab, la Cisl proclama sciopero e presidi per la riforma degli enti

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

La Cisl del Veneto spinge per la riforma degli Ipab – Case di riposo del Veneto, enti regionali da tempo gravate da problemi di bilancio e da rette troppo alte rispetto alla concorrenza del settore privato. Il sindacato ha proclamato per il 18 dicembre uno sciopero dei dipendenti Ipab. Intanto martedì 4 dicembre si terranno dei presidi davanti alle principali case di riposo e a Palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio Regionale, coinvolgendo oltre ai lavoratori anche i dirigenti delle unità territoriali Cisl, i pensionati e i familiari degli ospiti delle strutture.

La mattina del 4 dicembre alle ore 11 sono previsti presidi alla casa di riposo Moretti di Camposanpiero (Padova), all’Iras di Rovigo, all’Issra di Treviso, all’Iaa di Verona e all’Ipab Vicenza. Alle 14.30 si terrà il presidio a Venezia di fronte a Palazzo Ferro Fini.

«È soltanto di un mese fa l’ultimo allarme che abbiamo lanciato ai palazzi di governo del Veneto – affermano Gianfranco Refosco, segretario di Cisl Veneto e Marj Pallaro, segretaria regionale di Fp Cisl – e, per tutta risposta, nella proposta di legge di bilancio regionale 2019 non è nemmeno prevista l’equiparazione dell’Irap tra case di riposo private che pagano meno della metà dell’imposta a carico del pubblico. Da qui la decisione di passare allo sciopero, una via obbligata dall’immobilità di chi dovrebbe governare e, peraltro, che pretenderebbe di aver più poteri decisionali senza praticare quelle prerogative che gli sono state assegnate da quasi vent’anni».

«I pensionati ci saranno, tanto ai presidi quanto alla manifestazione prevista per lo sciopero del 18 – assicura Vanna Giantin, neo eletta segretaria della Fnp Cisl – perché a pagare con conseguenze negative della mancata riforma oltre ai lavoratori sono gli utenti: gli anziani e le loro famiglie che hanno bisogno di questo servizio. È totalmente insensato che, mentre cresce progressivamente il numero dei non autosufficienti, si butti a mare il patrimonio storico degli Ipab».

Ti potrebbe interessare