Scuole aperte in estate: corsi e attività volontarie per rafforzare le competenze

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Corsi di approfondimento, attività culturali e ricreative: questi i punti chiave del nuovo piano del Ministero dell’Istruzione per mantenere le scuole aperte d’estate, con frequenza volontaria, per recuperare e rafforzare un insegnamento nell’ultimo anno fortemente influenzato dai continui stop and go dovuti alla pandemia.

Le scuole termineranno ufficialmente tra il 5 e il 16 giugno, a seconda delle Regioni, ma non chiuderanno e su base volontaria, per studenti e insegnanti, le attività continueranno da giugno sino a settembre, secondo ciò che deciderà ogni istituto, dalla materna alle superiori. Stanziati complessivamente 510 milioni (utilizzabili fino al 2022) per finanziare l’iniziativa, di cui il 70% destinati al Sud, ritenuta l’area che ha maggiormente sofferto della dispersione scolastica.

Scuola aperta d’estate: le risorse per il progetto

Il piano delle risorse per realizzare il piano comprende 150 milioni che provengono dal Decreto Sostegni e che saranno distribuiti sulla base del numero di alunni:  in media di 18mila euro ad ogni istituto. A questi fondi si aggiungono 320 milioni dai Pon (programmi operativi nazionali) per l’istruzione: risorse europee (a bando), utilizzabili soprattutto nelle aree con maggiori disuguaglianze sociali. Altri 40 milioni deriveranno dal fondo per l’ampliamento dell’offerta formativa e il contrasto della povertà educativa.

«E’ stato un anno difficile per la scuola, che non si è arresa, non si è mai fermata. Ha mostrato tutta la sua capacità di riorganizzarsi e di innovare grazie soprattutto alla responsabilità dei nostri insegnanti e dei dirigenti scolastici – ha dichiarato il ministro all’istruzione Patrizio Bianchi sulle pagine di Repubblica  – La pandemia però ha scavato le differenze, accresciuto le fragilità. Ecco allora che serve un ponte tra quest’anno e il prossimo, un’occasione perché bambini e ragazzi possano recuperare apprendimenti e socialità. La scuola tornerà al centro della comunità, restituendo spazi di potenziamento delle competenze e di recupero delle relazioni. Lo farà insieme ai territori, alle associazioni, dando vita ai Patti di comunità. È questa la strada per una scuola nuova, accogliente e inclusiva, parte integrante del tessuto sociale e territoriale».

Le attività proposte

Adesso molto dipenderà dai singoli istituti e dall’iniziativa dei presidi. Sotto l’aspetto tecnico, il piano dell’estate non ha nulla a che vedere con i debiti da recuperare. Chi sarà promosso con insufficienze seguirà i percorsi già previsti, corsi di recupero ed esame a settembre. Le attività estive saranno considerate un extra, coinvolgeranno gli insegnanti solo su base volontaria, pagati dalle scuole, si avvarranno soprattutto di educatori e realtà del terzo settore.

Le attività proposte: stando alle ipotesi varate da alcune scuole e dal piano a giugno si prevedono corsi di rinforzo degli apprendimenti, con attività di laboratorio e di studio di gruppo. Durante luglio e agosto prevarranno attività di aggregazione e socializzazione. Ci saranno moduli e laboratori di educazione motoria e gioco didattico, musica, arte, scrittura, filosofia, educazione alla sostenibilità, all’imprenditorialità. Ma anche potenziamento della lingua italiana e straniera, delle competenze scientifiche e digitali. Le attività potranno svolgersi dentro la scuola oppure in spazi come teatri, cinema, musei, biblioteche, parchi e centri sportivi.  A settembre, prima dell’avvio del nuovo anno scolastico, si suggeriscono alle scuole attività di accoglienza e accompagnamento al rientro.

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