La padovana Carel Industries resiste alla crisi: 2020 chiuso al +1,3%

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Carel Industries resiste alla crisi dovuta alla pandemia e chiude il 2020 con un utile in miglioramento del +1,3% rispetto al 2019. L’azienda padovana, situata a Brugine, che produce soluzioni di controllo per condizionamento, refrigerazione e riscaldamento vede crescere i ricavi a 331,6 milioni di euro e il risultato netto a 35,1 milioni

I risultati approvati dal Consiglio di Amministrazione: ricavi consolidati pari a Euro 331,6 milioni, +1,3% rispetto al 2019 (+2,8% a cambi costanti); EBITDA consolidato pari a Euro 65,2 milioni (19,7% dei ricavi d’esercizio), +3,3%, rispetto al 2019; risultato netto consolidato pari a Euro 35,1 milioni, +0,3% rispetto al risultato netto del 2019; posizione finanziaria netta consolidata negativa pari a Euro 49,6 milioni, rispetto a 62,1 milioni al 31 dicembre 2019. Al netto dell’effetto contabile legato all’applicazione dell’IFRS16, la posizione finanziaria netta consolidata si attesta a Euro 21,4 milioni, rispetto a Euro 46,9 milioni al 31 dicembre 2019; proposta di dividendo pari 0,12 Euro per azione, in linea con il dividendo pagato nell’esercizio precedente.

Carel Industries resiste alla crisi: il dettaglio

I ricavi consolidati ammontano a Euro 331,6 milioni, rispetto agli Euro 327,4 milioni al 31dicembre 2019, in crescita dell’1,3%. Al netto dell’effetto negativo dei cambi valutari, che ha pesato per circa 5 milioni principalmente a causa della debolezza della divisa statunitense e di quella brasiliana, l’incremento sarebbe stato pari al +2,8%. Tali risultati assumono una connotazione ancor più positiva se letti alla luce della diffusione della pandemia legata al virus COVID-19, che ha causato un temporaneo lock-down dell’impianto cinese di Suzhou e dell’Hub produttivo di Brugine in provincia di Padova nella prima metà dell’esercizio, determinando la creazione di un back-log poi smaltito nei mesi di giugno e luglio.

L’area geografica che riveste maggior peso per il Gruppo, l’EMEA (Europa, Medio-Oriente, Africa), da cui deriva il 71% dei ricavi, chiude l’esercizio con una crescita pari al 5,0%. L’APAC (Asia-Pacific), che rappresenta circa il 15% dei ricavi del Gruppo, riporta una crescita (a cambi costanti) pari all’1% rispetto al  2019 e ciò nonostante la chiusura dell’impianto situato a Souzhou, nelle prime settimane di febbraio, dovuta alla pandemia. Il Nord America, che rappresenta circa il 12% dei ricavi del Gruppo, segna una contrazione dei ricavi pari al 7,7%, (al netto dell’incidenza dei cambi) dovuta a un fisiologico consolidamento dopo il forte incremento registrato nel 2019 (+20%).

Per quanto riguarda le singole aree di business, entrambe fanno registrare performance positive e in costante miglioramento nel secondo semestre del 2020. La Refrigerazione segna una crescita pari al 2,6%. Anche il settore dell’HVAC chiude il 2020 in crescita con un forte recupero nella seconda parte dell’anno: il trend positivo registrato nel segmento “pompe di calore ad alta efficienza” (principalmente nel Nord-Europa), in quello dei “Data-Center” e in quello ospedaliero (quest’ultimo in particolare nell’Europa orientale e in Cina) ha consentito di limitare gli effetti dell’andamento negativo di alcuni segmenti commerciali (Wellness e Hospitality) e industriali (Automotive).

L’Ebitda consolidato al 31 dicembre 2020 si assesta a Euro 65,2 milioni, riportando quindi una crescita (+3,3%) rispetto agli Euro 63,1 milioni registrati al 31 dicembre 2019. Il risultato netto consolidato pari a Euro 35,1 milioni registra una sostanziale stabilità rispetto agli Euro 35 milioni al 31 dicembre 2019: l’aumento degli ammortamenti dovuti ai maggiori investimenti effettuati negli anni precedenti e l’incremento dell’incidenza della gestione dei cambi valutari sono stati controbilanciati da migliori risultati operativi e da un tax-rate leggermente inferiore rispetto a quello del 2019 (21,1% al 31 dicembre 2020 vs. 22.0% a fine 2019).

La posizione finanziaria netta consolidata risulta negativa per Euro 49,6 milioni, in significativo decremento rispetto a Euro 62,1 milioni registrati al 31 dicembre 2019.

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