Dal Veneto la prima pellicola alimentare biodegradabile

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La vicentina Crocco ha sviluppato la prima pellicola alimentare da filiera che può essere gettata nella frazione umida del rifiuto domestico.  La pellicola trasparente è biodegradabile e compostabile e potrà quindi essere destinata al compostaggio industriale. Inoltre, può essere utilizzata a contatto con tutti i tipi di alimenti, anche quelli ad alto contenuto di grassi (es: formaggi).

Una pellicola alimentare biodegradabile, 100% made in Italy

Si chiama Leaf ® ed è la prima pellicola per alimenti prodotta da una filiera completamente made in Italy che può essere gettata nella frazione umida dei rifiuti domestici, rendendo questo packaging plastico parte integrante del processo di economia circolare.

La pellicola proviene da una filiera tutta italiana, la materia prima è la bioplastica MATER-BI ® della novarese Novamont, ed è già stata messa in commercio da produttori di alimenti d’eccellenza come Melinda che l’ha scelta per il packaging 100% compostabile delle mele Melinda Bio.

La nuova pellicola per alimenti compostabile può essere utilizzata sia per un confezionamento manuale, come può essere quello casalingo, nei negozi di vicinato o nei banchi della grande distribuzione; ma anche per un confezionamento automatico, ovvero per le produzioni industriali su larga scala.

Pellicola biodegradabile

Ad Crocco: «Progetto rivoluzionario»

«Si tratta di un’innovazione che cambia in maniera determinante l’impatto di questo materiale– spiega l’amministratore delegato di Crocco, Renato Zelcher -. Questa nuova pellicola trasparente per alimenti è biodegradabile, compostabile e parzialmente derivante da fonti rinnovabili. È evidente come queste caratteristiche siano state studiate allo scopo di ridurne l’impatto ambientale rispetto ad altre soluzioni tradizionali. Spesso la parola rivoluzione si utilizza a sproposito ma in questo caso credo vada presa in considerazione».

Per quanto riguarda la produzione industriale, si aggiunge anche la possibilità di neutralizzare le, seppur ridotte, rimanenti emissioni di CO 2 della pellicola attraverso un processo di eco-design che Crocco ha denominato Greenside: «Siamo infatti in grado – spiega Zelcher – di misurare la Carbon Footprint (ovvero le emissioni di gas serra lungo tutto il suo ciclo di vita) del packaging, eventualmente ridefinirne il design dal punto di vista dello spessore e del materiale usato che può provenire da materiale di riciclo o biobased e, infine, garantire che le emissioni rimanenti vengano compensate attraverso l’acquisto di carbon credits, ovvero sostenendo progetti sostenibili come riforestazioni o produzione di energia da fonti rinnovabili, come previsto dagli accordi internazionali».

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