Scuole, la proposta di Cna veneto: 700 bus turistici per il trasporto studenti

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Scuole, Cna Veneto ha proposto di utilizzare 700 bus utilizzati dal comparto turistico per favorire il trasporto in sicurezza degli studenti alla riapertura degli istituti superiori, che avverrà l’1 febbraio.

Sono 350 in Veneto le imprese che si occupano di trasporto di persone su gomma, iscritte nell’Albo Regionale, per un totale di circa 3000 mezzi destinati a scuolabus, minibus e servizi turistici di vario tipo. Di queste circa il 30% sono affiliate CNA Veneto. Un altro comparto che a causa del Covid è praticamente fermo da un anno, con una perdita di fatturato calcolata tra l’80 e   il 90%, in alcuni casi, completamente azzerato.

Scuole, la proposta di Cna Veneto per il trasporto studenti

Una proposta rivolta alla Regione Veneto da parte di Cna Veneto con altre associazioni di categoria, in vista della riapertura delle scuole in presenza, ha messo a disposizione 700 mezzi ad integrazione del servizio di trasporto pubblico degli studenti, all’incirca 100 mezzi per ogni provincia del Veneto, un quantitativo che bene risponderebbe alle esigenze.

«Noi ci mettiamo a disposizione per trovare soluzioni che possano aiutare i nostri comparti e la difficile situazione che stiamo vivendo – commenta il Segretario Cna Veneto Matteo Ribon. La sinergia tra pubblico e privato deve essere una modalità per affrontare la ripartenza»

«Nella situazione attuale – dichiara Massimo Fiorese, Portavoce Regionale Trasporto Persone NCC Bus CNA FITA Veneto – un po’ tutte le provincie del Veneto si sono attrezzate per ripartire mettendosi a disposizione per il trasporto integrato. Adesso siamo in attesa di capire cosa accadrà dal 1 febbraio, data nella quale nuovamente le scuole del Veneto dovrebbero essere riaperte. I mezzi sono già stati destinati; l’azienda pubblica ha già provveduto ad assumere temporaneamente del personale di terra per gestire l’afflusso degli utenti sugli autobus. È una importante azione di ripartenza che potrebbe dare una boccata di ossigeno ad un comparto drammaticamente colpito dagli effetti della pandemia».

Non solo le scuole, ma anche qualsiasi forma di trasposto turistico legato a gite, a carico di passeggeri dalle navi da crociera, dalle navette di servizio agli aeroporti, dai trasporti sostitutivi o integrativi alle corse ferroviarie. Tutto fermo da quasi un anno con costi di gestione delle flotte dei mezzi che continuano tuttavia a gravare sulle aziende.

Fiorese:« Ok a nuove disposizioni, ma siano durature»

Un problema che è accentuato da alcune emergenze: prima tra tutte quella legata ad una mancanza di programmazione certa e di lunga gittata. «La mancanza di programmazione è costosa – prosegue Fiorese –. Si appronta tutto e poi si riparte, ma per una manciata di giorni. Ogni giorno attendiamo input che poi vengono modificati o disattesi, quali ad esempio le normative sulla percentuale dei posti disponibili sui mezzi che variano non tanto per le dimensioni degli autobus – spesso uguali per dimensioni sia per il trasposto pubblico che per quello turistico – quanto per le normative riportate nelle carte di circolazione, diverse a seconda della destinazione d’uso dei mezzi.»

«Se il panorama è desolante, lo è ancor di più la previsione: purtroppo questa attività è legata solo ad alcune stagioni dell’anno – spiega ancora Fiorese – quali la primavera, l’estate e in parte l’autunno. Per le prossime stagioni non sembra ancora possibile fare programmi, dato che il Covid non pare lasciare la presa. Temiamo che si potrà parlare di una ripartenza non prima della Primavera 2022. Ecco che questa iniziativa che coinvolge pubblico e privato potrebbe ben rappresentare per il nostro settore una ripresa di fatturato del 25-30%, sul quale molte aziende del comparto fanno affidamento».

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