Fliera green, i dati di Flormart: il settore reagisce alla pandemia

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Filiera green, le aziende del florovivaismo italiano reagiscono alla crisi economica dovuta alla pandemia e, negli ultimi sei mesi, fanno registrare performance in lento ma costante miglioramento. Sono ancora più del 30% quelle con dati economici in aumento (come a settembre, mentre a giugno erano il 18%), il 33% quelle con dati stabili. Le aspettative per il futuro rimangono però incerte, legate all’evoluzione dell’emergenza in atto. Mentre a settembre, dopo un’estate relativamente tranquilla, l’outlook era migliorato, a dicembre torna ad essere meno positivo.

È questo il quadro che emerge dalla terza e ultima rilevazione del 2020 del Flormart Green City Report, l’osservatorio sulle nuove tendenze del settore che Fiera di Padova ha lanciato con una prima survey a giugno di quest’anno e una seconda a settembre.

L’indagine, che ha coinvolto 239 partecipanti, raccoglie il punto di vista degli addetti al settore: produttori, progettisti, agronomi, amministratori e accademici. Il Report registra gli umori degli operatori, raccoglie idee e tendenze e misura risultati e aspettative del mercato, fornendo ai partecipanti insight fondamentali per un efficace processo decisionale. La rilevazione e l’analisi dei dati è a cura di GRS Research & Strategy. Link per scaricare il report completo: https://flormart.it/green-city-report/

«Da questa terza rilevazione emerge una crescente attenzione da parte degli  operatori alle nuove prospettive che il settore avrà per riqualificare e rigenerare le città – dichiara Luca Veronesi, direttore generale di Padova Hall, società proprietaria del marchio di Fiera di Padova –. L’Osservatorio, un progetto lanciato nella fase di lockdown, ma che avevamo disegnato già nel periodo pre-Covid per accompagnare le manifestazioni da una edizione all’altra, sta andando sempre meglio: anche grazie alla collaborazione degli Ordini professionali e di molte associazioni di settore, un endorsement importante per la qualificazione del campione di riferimento e per la diffusione dei risultati».

I dati del Report

Per quanto riguarda le aziende, resta stabile la percentuale di chi dichiara la propria performance in leggero o forte aumento (31%, come a settembre). Le aspettative sono stabili o positive per il 68% del campione, contro il 74% rilevato a settembre.

I problemi che le aziende si trovano attualmente ad affrontare sono prevalentemente legati ad imposizioni resesi necessarie dall’emergenza in atto, come restrizioni governative e difficoltà negli spostamenti. C’è però un miglioramento costante nei problemi economici: sono in continuo calo gli indicatori negativi come la riduzione degli ordini (per il 23% del campione a dicembre contro il 35% a settembre), la mancanza di risorse finanziarie (19% a dicembre contro il 26 di settembre), la difficoltà di recupero dei crediti (15% contro il 29% di tre mesi fa) e l’instabilità dei prezzi, che a settembre era visto come un problema dal 18% delle aziende, mentre oggi lo è per il 12%.

L’indagine ha fatto il punto anche sulle ultime tendenze e gli orientamenti tra gli operatori della filiera verde. Che caratteristiche avrà il verde urbano nei prossimi anni? Ai primi posti compaiono verde estensivo (forestazione urbana) al 44%, orti e giardini comunitari (37% delle risposte), biodiversità (35%) e giardini e parchi ricreativi (31%). In generale la direzione che sembra emergere è quella verso un utilizzo sociale del verde, che tende a prevalere su altri orientamenti con finalità artistiche o scientifiche.

A livello di interventi nelle aree urbane per i prossimi 3 anni, la riqualificazione e una migliore gestione dell’esistente sono la modalità più citate dai rispondenti (68%). È dunque ancora la valorizzazione dell’esistente a prevalere sulla creazione del nuovo.

Per quanto riguarda il verde residenziale il giardinaggio biologico è indicato dai rispondenti come la tendenza trainante nel settore (47%). La sensibilità per una produzione naturale prevale nettamente rispetto ad altre tendenze quali verde pensile (35%) e orti urbani (31%). Le previsioni per il mercato del verde residenziale vedono al primo posto l’utilizzo alimentare (orti e piante aromatiche sono visti in crescita rispettivamente per il 73% e il 61%), quindi l’impiego pratico (piante da giardino, siepi e vasi) infine quello puramente estetico (piante ornamentali, rampicanti e grasse).

Per quanto riguarda i segmenti di mercato, quelli più promettenti sono legati alla “materia prima” e i suoi utilizzi: le piante e la progettazione e manutenzione del verde (visti stabili o in crescita per 9 operatori su 10). I settori che riguardano macchine e arredo ludico/sportivo sono invece viste in maggior affanno, sebbene l’outlook non sia negativo, ma per lo più stabile.

I risultati dell’indagine sono stati presentati nel corso di Flormart City Forum, l’evento speciale online dedicato al verde urbano, extra urbano e verde tecnologico che si è tenuto l’1 e 2 dicembre scorsi sulla piattaforma digitale di Fiera di Padova a cui hanno partecipato più di 2.300 utenti registrati, e che ha dato vita a più di 500 incontri via call fra espositori e visitatori.

I commenti delle associazioni di settore

Aldo Alberto – presidente Associazione Florovivaisti italiani: «Riteniamo importanti le iniziative che accendono i riflettori sul settore soprattutto se nell’ottica di mettere insieme dati e rilevazioni che, ad oggi, mancano su un settore strategico. La maggiore condivisione di un percorso di sviluppo del florovivaismo passa anche per un migliore coordinamento delle iniziative, bene dunque l’iniziativa di Fiera di Padova che, certamente, vedrà fin da subito la nostra collaborazione».

Leonardo Capitanio – ANVE Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori: «Quanto accaduto nel 2020 è incredibile e, mi auguro, irripetibile. Ha avuto impatti devastanti per tutti, in ogni angolo del mondo. Ma nonostante tutte le difficoltà il florovivaismo ha dimostrato la propria resilienza proprio perché il verde è un bene di prima necessità, è insostituibile nella vita delle persone e nell’organizzazione sociale in cui tutti noi viviamo. Se abbiamo superato il lockdown e se ancora oggi resistiamo a questa piaga lo dobbiamo anche alle nostre piante che ci offrono luoghi in cui passeggiare al sicuro e giardini colorati da curare e in cui rilassarci. Se il nostro settore sta resistendo è anche grazie all’ottimo lavoro svolto dalle Organizzazioni di filiera che hanno mantenuto relazioni Istituzionali a tutti i livelli regionali, nazionali ed europei. Credo che mai si sia manifestata tanta attenzione politica al nostro settore come in questi ultimi, tragici mesi. La mia speranza è che tutto ciò non si ripeta e che si possa ricominciare a vedersi, a “fare affari” stringendoci le mani e a promuovere i nostri prodotti. Nei prossimi anni saranno avviate importanti politiche comunitarie tutte incentrate sul Green: il nostro lavoro deve essere quello di ottenere quanto più sostegno possibile per l’utilizzo di piante nelle nostre città».

Sabrina Diamanti – presidente Consiglio Nazionale Dottori Agronomi e Forestali (CONAF): «Il Green new deal che ispira la nuova fase della politica Europea è un’occasione decisiva per far sì che la nuova cultura del paesaggio nata dalla Convenzione Europea del Paesaggio trovi una piena applicazione. Questo nuovo corso apre un importante spazio per l’attività vivaistico-ornamentale che dovrà soddisfare una domanda diversificata, particolare, ma, soprattutto nuova: di prodotti ornamentali di semi e pronto effetto idonei per l’impiego nei diversi ambienti e per le diverse funzioni del verde urbano sia pubblico che privato, come del resto ha confermato anche la recente edizione di Flormart City Forum. Nel quale è stato evidenziato come ormai in tutti i campi della progettazione e della rigenerazione urbana il verde assume un rilievo centrale. In questo i Dottori Agronomi ed i Dottori Forestali sono i portatori delle competenze necessarie alla progettazione agronomica ed alle conseguenti cure colturali».

Roberto Diolaiti – presidente Associazione Italiana Direttori e Tecnici Pubblici Giardini (AIDPTG): «Come ampiamente prevedibile, per quanto riguarda il verde pubblico, grande rilevanza l’ha avuta la forestazione urbana, senza dubbio una delle tematiche più sentite. D’altra parte, le indicazioni contenute nella strategia nazionale del verde del Comitato Nazionale per lo Sviluppo del Verde Urbano, a valle anche del Forum Fao di Mantova del 2018, impongono riflessioni profonde relativamente all’implementazione della fitomassa arborea delle città, anche nell’ottica del contrasto ai cambiamenti climatici e in funzione del miglioramento del microclima locale; gli alberi, d’altra parte, sono trasversalmente considerati nelle azioni di qualsiasi piano di adattamento. Grande importanza è data anche ad un nuovo approccio alla gestione del verde pubblico, in relazione in particolare all’adozione di metodologie sostenibili, indotte peraltro dalla recente approvazione della norma sui CAM (Criteri Ambientali Minimi). Infine, vengono prese in considerazione nuove forme di verde, quali quello pensile e quello verticale; si tratta di soluzioni decisamente complesse, rispetto ad un verde di tipo tradizionale, ma che vengono progressivamente inserite nei vari piani di cui le città si stanno dotando, nonché indispensabili nel contesto di un rinnovato greening urbano».

Antonio Maisto – presidente ASSOVERDE – Associazione Italiana Costruttori del Verde: «La difficile situazione che stiamo vivendo può e deve essere occasione per ripensare al settore del verde nel suo complesso, rispetto alle priorità e alle opportunità che oggi si determinano: non ci sarà un “prima” a cui tornare, ma un “dopo” da cui partire. Nell’ambito della “transizione ecologica” a cui fa riferimento il recente PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), il “verde” può davvero costituire la “risorsa strategica” – per pianificare, riqualificare, salvaguardare, progettare, proteggere, costruire, arredare, raccordare, integrare – rispetto alle molteplici funzioni ecologiche, ambientali, igienicosanitarie, sociali e ricreative, culturali e didattiche, estetiche ed architettoniche che svolge. Un ruolo essenziale avrà la capacità di programmare e gestire le ingenti risorse che, a breve, saranno messe in campo. Ciò all’interno di una “strategia” unitaria, definita a livello nazionale e declinata alla scala locale, che ponga al centro la “qualità” dei Progetti e delle Imprese chiamate alle realizzazioni, attraverso sinergie e collaborazioni tra i diversi settori di intervento e tra “pubblico” e “privato”, con obiettivi e risultati misurabili, ne breve, medio e lungo periodo. Da qui l’importanza di un “Osservatorio” privilegiato che possa restituire le condizioni e le dinamiche del settore».

Francesco Mati – presidente della Federazione florovivaistica di Confagricoltura: «Dalla lettura dei dati forniti dalla Fiera di Padova appare evidente l’impennata di attenzioni che il settore florovivaistico ha ricevuto dai social e dai media in genere. Le parole d’ordine sono: riqualificare un verde pubblico troppo spesso trascurato e svilito, migliorare sostenibilità e vivibilità delle aree urbane, soprattutto periferiche, con la piantagione di viali alberati, parchi e giardini, infine fare tutto questo in modo sostenibile. Il settore florovivaistico ha subito un duro colpo, specialmente la parte Floro con ingenti perdite durante il lockdown mentre il vivaismo ha recuperato nel periodo fine primavera estate autunno. Non c’è da esaltarsi e i proclami di alcuni politici sul “piantare milioni di alberi” deve essere accompagnato da una coerente programmazione. Veniamo da anni di recessione dovuta alla bolla immobiliare, i vivai hanno concentrato le produzioni su piante di facile vendita e con tempi di produzione corti. Per produrre un albero di buona qualità occorrono almeno quattro o cinque anni e il comparto non ha al momento quantitativi simili di alberature pronte. Questo deve spingerci al più presto a creare nuovi meccanismi per la gestione del verde pubblico, sistemi snelli, il cui obiettivo sia la riuscita dell’intervento non l’espletazione della burocrazia indipendentemente dal risultato. Davanti a noi ci possono essere anni di attività produttiva finalizzata alla riqualificazione del verde pubblico, auspico che venga gestita nel migliore dei modi creando lavoro e qualità della vita».

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