Sciopero del tessile, il 18 novembre presidi alla Marzotto e alla Benetton

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Non succedeva da vent’anni: il settore del tessile e dell’abbigliamento sarà in sciopero venerdì 18 novembre 2016, dopo la rottura delle trattative – durate sei mesi – fra Smi (Sistema Moda Italia aderente a Confindustria) e i sindacati Femca Cisl, Filctem Cgil e Uiltec Uil. Per questi le tre sigle hanno proclamato uno sciopero di 8 ore durante tutta la giornata di venerdì, che  interessa 50mila lavoratori nel Veneto, in gran parte donne. Tra le manifestazioni previste durante la giornata ci saranno due presidi molto simbolici, uno davanti allo stabilimento Marzotto di Valdagno e uno presso il quartier generale di Benetton a Treviso.

«Sistema Moda – dice il segretario generale della Filctem Cgil del Veneto, Stefano Facin – vuole ridurre diritti e retribuzioni proponendo un contratto che definisca i minimi contrattuali ex post, in base ad una verifica dell’inflazione alla fine di ogni anno, anziché semplicemente prevedere gli aumenti in busta paga come è sempre avvenuto». Inoltre, aggiunge Facin, «la controparte chiede anche la restituzione di 72 euro del precedente rinnovo, che risultano dallo scostamento tra inflazione programmata (indice Ipca) e quella effettiva. Di fatto, la somma non viene restituita in busta paga ma le imprese vogliono fare “pari e patta” con l’indice dei prezzi al consumo stimato nei prossimi tre anni. Sono pretese davvero ingenerose nei confronti di lavoratori che, malgrado i bassi salari (la media è di 1.000 euro al mese), hanno fatto grande la moda italiana nel mondo».

Con lo sciopero i sindacati intendono indurre Sistema Moda a rivedere le proprie posizioni e riprendere la trattativa. E già annunciano che, se questo non avverrà, potrebbero esserci nuove mobilitazioni “eclatanti”, a partire da Pitti Uomo a Firenze e dalla Settimana della moda di Milano.

Giulio Todescan

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