Fondi investimento europei, occasione per le PMI Venete

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Una recente indagine condotta da Confindustria Vicenza (fra le prime province italiane per export pro capite e seconda in valori assoluti dopo Milano) ha fatto emergere un’interessante svolta culturale dell’imprenditoria locale verso l’apertura del capitale agli investitori istituzionali, percepiti come attori indispensabili nell’attuale momento storico per lo sviluppo (e, a ben vedere, per la sopravvivenza) delle imprese. Nel prossimo futuro, secondo l’indagine di Confindustria, il 3,8% delle imprese di Vicenza prevede di aprire il proprio capitale ad investitori finanziari e il 24,8% lo ritiene “possibile”. Allo stesso tempo, la medesima indagine evidenzia un graduale cambio di mentalità verso una maggiore managerializzazione delle imprese che, ad oggi, presentano tutte una preponderante (se non assoluta) componente familiare.
Tali premesse portano ad aspettarsi che le imprese venete siano pronte ad un importante salto qualitativo, partendo da una rivisitazione dei modelli di business, passando per una drastica limitazione del ricorso al mercato del debito e assegnando, infine, alla finanza un ruolo negli obiettivi di medio-lungo periodo, con una parallela rivisitazione dell’attività d’impresa in chiave e alla luce dei criteri ESG (Environmental, Social e Governance).

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I fondi di investimento europei

Alla luce delle caratteristiche delle PMI del territorio, una risposta concreta ed efficace alle esigenze evidenziate può essere fornita dagli European Long Term Investment Fund (ELTIF), i fondi di investimento a lungo termine di cui al Regolamento (UE) 2015/760 (direttamente applicabile in tutti Paesi UE), riservati alle imprese non finanziarie e non quotate (ovvero, se quotate, con una capitalizzazione di mercato inferiore ad Euro 500 mln).

Questi strumenti – fino ad oggi penalizzati in favore di investimenti con orizzonte temporale limitato – sono destinati ad avere sempre maggior successo, non solo per i vantaggi oggettivi garantiti dalla normativa ad essi applicabile, ma anche e soprattutto per la loro finalità che sembrano ricalcare perfettamente gli obiettivi cui tendono oggi le PMI.
L’affiancamento da parte di soggetti qualificati, oltre ad essere utile alla transizione da realtà familiare a manageriale, facilita l’integrazione dei valori ESG nelle realtà delle PMI, che potranno diventare più virtuose sotto il profilo sociale e ambientale, con conseguente ritorno in termini di valorizzazione e sostenibilità per tutti gli stakeholder.

L’orizzonte di investimento di lungo termine garantisce alle imprese un graduale percorso di crescita che consente di realizzare investimenti strutturali e in ricerca e sviluppo, avviare i processi di innovazione e digitalizzazione, rafforzare il processo di internazionalizzazione e puntare su efficienza e competitività.

Gli ELTIF rappresentano, infine, uno strumento utile per convogliare capitali privati verso l’economia reale. Invero, tenendo conto delle opportunità offerta dal mercato dei capitali che si presenta molto liquido, il legislatore ha ampliato le possibilità di fund raising a beneficio anche degli ELTIF tramite risorse convogliate dal risparmio privato che godrebbe di una importante defiscalizzazione garantendo una completa detassazione sia dei redditi di capitale (dividendi) sia dei redditi diversi (capital gain) prodotti dall’investimento a fronte della detenzione quinquennale, e disapplicazione dell’imposta di successione.
Il quadro socio-economico attuale, quindi, costituisce terreno fertile per l’utilizzo crescente di questi strumenti, che potranno trovare ampi spazi d’azione soprattutto in territori come il Veneto, importante polo dell’economia reale con un’alta densità di imprese target ideali per gli ELTIF.

Ilaria Antonella Belluco, Angelo Bonissoni – Studio legale CBA, Padova

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