Bonus 110%, toccasana per la casa Veneto (e per le imprese)

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Casa Veneto, con il bonus 110% avviare la riqualificazione di un patrimonio di 1milione e 600mila abitazioni con oltre 40 anni (il 65,9% dei 2milioni 400mila totali esistenti in regione Veneto che diventeranno il 73% tra 10 anni). Edifici residenziali la metà dei quali costruiti in regione tra il 1961 e il 1991 e quindi prima dell’avvento della Legge 10/1991, vera prima norma sull’efficienza energetica. Un obiettivo che si può realizzare grazie al super bonus 110% che, secondo le stime di Confartigianato sui dati della relazione tecnica al provvedimento, mobiliterà in Veneto, sino al 2026, risorse per quasi 2 miliardi di euro (dei 14 a livello nazionale) con una media annua (2021-2026) di 318 milioni di euro (2,3 miliardi in Italia); si tratta di un intervento rilevante rispetto al passato che va ad incrementare del 70% i 452 milioni di euro all’anno (3,3 miliardi quelli a livello nazionale) di spese fiscali stimate per sisma-bonus ed eco-bonus, come desunto dalla rilevazione della Corte dei Conti.

“Una misura importante per l’artigianato veneto -commenta Agostino Bonomo Presidente di Confartigianato Imprese Veneto-. Forse l’unica, delle tante previste nei vari decreti, che esce dalle logiche dell’assistenzialismo. Mi auspico dia vita ad un incremento delle commesse al quale dovrà corrispondere prontezza ed adeguatezza di risposta da parte delle nostre imprese. Positive anche le ulteriori aperture allo sfruttamento del superbonus ottenute in sede di conversione del decreto rilancio. Speriamo poi che la domanda non venga penalizzata dalla eccesiva burocrazia –38 (o 36 se si è proprietari diretti) i documenti necessari per ottenere la cessione del credito oltre ai permessi da presentare al Comune come la Cila e la Scia- riducendo la “potenza di fuoco” del provvedimento già limitata rispetto alle sfide, straordinarie e senza precedenti, poste dalla crisi Covid-19: gli investimenti generati dal potenziamento dei bonus edilizi sono pari al 18% del calo degli investimenti nelle costruzioni previsto per quest’anno (-12 miliardi di euro) sulla base delle stime della Commissione europea”.

“Migliorabile? Certamente –prosegue il Presidente-. Ad esempio il credito d’imposta non utilizzato nell’anno di competenza, andrà perso. Quindi un credito acquisito verso fine anno da una impresa edile potrebbe non poter essere sfruttato integralmente. Altro aspetto inatteso e frenante è la limitazione ai soli edifici residenziali indicata nella propria circolare di agosto dalla Agenzia delle Entrate. Ancora, sempre in caso di cessione del credito da parte del cliente all’impresa esecutrice, lo stesso è utilizzabile dall’anno successivo al sostenimento della spesa. Questo dilata i tempi dei ritorni economici imponendo di conseguenza, la richiesta di un prestito bancario. E’ bene non sottovalutare l’importanza della novità della possibile cessione del credito/sconto in fattura anche sui lavori diversi da quelli del 110% come, ad esempio, la manutenzione straordinaria (es rifacimento del bagno). Il principio da salvaguardare, comunque, è che l’’artigiano riceva il giusto corrispettivo per un lavoro realizzato a regola d’arte. Nei tempi e nei modi pattuiti con il committente. Evitando di rimetterci perché inevitabilmente coinvolto nel vortice del mercato dei crediti d’imposta che questo meccanismo potrebbe innescare”.

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Casa Veneto crisi senza precedenti

Il settore delle costruzioni ha notevolmente sofferto le conseguenze dell’emergenza coronavirus, particolarmente acuta proprio nei mesi primaverili, caratterizzati da una intensificazione dell’attività edilizia. A maggio 2020 in Italia la produzione delle imprese delle Costruzioni è scesa del 16,8% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, con un miglioramento rispetto al crollo del 68,9% di aprile e al calo del 35,5% di marzo. In Veneto Edilcassa Veneto – Unioncamere Veneto – SmartLand stimano, per il periodo marzo – giugno, che il 37% delle MPI delle Costruzioni hanno registrato un calo tra il 21% e il 30% del giro d’affari, il 9,1% tra il 31% ed il 40%. L’82,3% delle imprese dichiarano una perdita inferiore al 30%.

Il valore del mercato casa Veneto

L’Ufficio Studi Confartigianato stima (su dati Istat, Enea e Relazione Tecnica DL 34/2020), che il bonus del 110% potrebbe mobilitare in Veneto risorse per quasi 2 miliardi di euro (dei 14 a livello nazionale) fino al 2026, con una media annua (2021-2026) di 318 milioni (2,3 miliardi in Italia); si tratta di un intervento rilevante rispetto al passato che andrà a sommarsi agli investimenti dati da  sismabonus ed ecobonus che sono stati mantenuti. Il bonus coinvolge una vasta platea costituita da 44.327 imprese artigiane del sistema della casa ed i loro 102.426 addetti.

Grande attenzione del settore dell’edilizia casa Veneto, installazione di impianti e legno è rivolta al superbonus 110% le cui agevolazioni interessano la vasta platea costituita, in Veneto, da 44.327 imprese artigiane del sistema della casa – di cui 26.331 nelle costruzioni, 12.236 nell’installazione di impianti, 2.472 nella fabbricazione prodotti in legno e 2.193 elementi di costruzioni in metallo (in particolare gli infissi) – con 102 mila 426 addetti.

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Gli effetti sull’occupazione degli investimenti sostenuti dalle detrazioni

Gli interventi incentivati per casa Veneto hanno un rilevante effetto di sostegno dell’occupazione delle Costruzioni. Considerando gli investimenti sostenuti da detrazioni in edilizia e il fatturato per addetto nelle imprese delle Costruzioni è possibile stimare che tali investimenti hanno sostenuto 243.500 occupati nelle Costruzioni, che rappresentano il 17,9% degli occupati del settore nel IV trimestre del 2019. In Particolare nella nostra regione si stima che gli investimenti abbiano sostenuto 24mila occupati (il terzo valore più alto in Italia dopo Lombardia e Piemonte) che rappresentano il 18,6% (10° nel rank nazionale) degli occupati del settore nel IV trimestre del 2019. In termini assoluti, l’effetto anticiclico delle detrazioni fiscali è più elevato in Lombardia, in cui sono 46.600 gli occupati nelle Costruzioni assorbiti dagli investimenti incentivati, seguita dal Piemonte con 25.400 occupati, dal Veneto con 24.000 occupati, dall’Emilia-Romagna con 23.100 occupati e dalla Toscana con 21.900 occupati.

Osservando il numero di edifici residenziali in regione per fascia d’età emerge una notevole vetustà del patrimonio edificato, che presenta edifici costruiti tra il 1961 e il 1991 pari a oltre il 51% del totale. Si tratta di edifici e alloggi energivori, realizzati prima dell’avvento della Legge 10/1991, vera prima norma sull’efficienza energetica. In Veneto oggi siamo al 63% e tra dieci anni si raggiungerà la soglia del 73%. Inoltre 133mila edifici sono in mediocre o pessimo stato di conservazione.

Dov’è il mercato per il 110%? Tutte le abitazioni con più di 40 anni di età, ma non solo!

Le abitazioni con oltre 40 anni di età sono in totale 1.582.278 (il 65,9% dei 2milioni 400mila totali) di cui 808.091 ville/villette mono/bifamiliari; 481.520 piccoli condomini (da 3 a 8 alloggi) e 292.667 condomini con obbligo di amministratore condominiale

Le abitazioni costruite negli ultimi 40 anni (dal 1981 in poi) sono invece 817.795 (il 34,1% del totale) 291.309ville/villette mono/bifamiliari, 276.068 piccoli condomini (da 3 a 8 alloggi) e 250.418 condomini con obbligo di amministratore condominiale.

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