Veneto paradiso delle tasse: a Padova, Vicenza e Verona se ne pagano meno che in tutta Italia

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

Tasse, in Veneto se ne pagano molte meno che nel resto d’Italia. E molte meno ne pagano i residenti in città venete rispetto a chi vive a Reggio Calabria. L’affermazione, che sembra fatta apposta per ribaltare molti stereotipi sui veneti tartassati dallo Stato, arriva dall’istituto di ricerca Eurispes, che ha pubblicato una ricerca intitolata “Una Reggio non vale l’altra. La Calabria tra rappresentazione e realtà” pubblicata in questi giorni (qui se ne può consultare la versione integrale in pdf).

Che cosa si legge nella ricerca? «In base ai dati del Ministero delle Finanze, nel 2015, ad esempio, l’ammontare complessivo dell’Irpef, della Tasi, del bollo auto, della Tari (tassa sui rifiuti) e le addizionali comunali e regionali all’Irpef obbliga una famiglia media del comune calabrese a pagare 7.684 euro di tasse annue. Al comune di Reggio Calabria seguono quello di Napoli (7.658 euro l’anno) e quello di Salerno (7.648 euro l’anno). Le città italiane le cui famiglie, invece, pagano meno tasse si trovano soprattutto al Nord-Est».

E qui arriviamo al record delle città venete e nordestine: «Peraltro, nelle ultime 6 posizioni troviamo ben 4 Comuni veneti e friulani: Verona (7.061 euro), Vicenza (6.986 euro), Padova (6.929 euro) e Udine (6.901 euro). La differenza di quanto pagato, dunque, a Reggio Calabria e quanto versato invece a Udine è di ben 783 euro l’anno».

Tasse, Calabria più tartassata del Nordest

Secondo l’Eurispes le cause di un Sud più tartassato del Nord vanno cercate nella minore spesa che lo Stato investe in quei territori. «Riguardo alle ragioni di tali sproporzioni, esse risiedono nei più bassi quantitativi di spesa pubblica che lo Stato concede al Sud, rispetto a quelli che elargisce al Nord – si legge infatti nella ricerca –. Infatti, tale spesa pubblica negatagli dal governo centrale, in modo ininterrotto, sistematico e illegale (vedi Eurispes 2020-32° Rapporto Italia, pp. 723-752), induce gli enti locali del Mezzogiorno ad aumentare le imposte ai propri cittadini, riuscendo però a soddisfare solo una piccolissima parte del bisogno di servizi a essi necessario. Così, i meridionali, oltre a godere di servizi e benefici di pessima qualità, e pur avendo in media già redditi decisamente più bassi rispetto ai loro concittadini del Nord, si ritrovano a dover pagare tasse molto più onerose rispetto a questi ultimi».

Tasse e burocrazia, Cgia: «Un costo da 13 miliardi per le imprese venete»

La ricerca cita poi i dati sulla spesa pubblica pro capite: «Dai dati ufficiali del Sistema dei Conti Pubblici Territoriali, nel 2016, per esempio, si spendano 15.062 euro pro capite al Centro-Nord e 12.040 euro pro capite al Mezzogiorno, mentre limitatamente alla sola Calabria se ne spendano addirittura 11.852. In altre parole, se già ciascun cittadino meridionale nel 2016 ha ricevuto in media 3.022 euro in meno rispetto a un suo connazionale del Centro-Nord, un calabrese ne ha ricevuti addirittura 3.210 in meno. Nel 2015, la differenza tra Centro-Nord e Mezzogiorno ammonta invece a 3.337 euro, mentre quella tra Centro-Nord e Calabria a 3.520 euro».

Cresce la spesa pubblica al Nord

«Nell’ultimo anno disponibile, il 2017, si rileva poi l’imposizione di un’ulteriore riduzione della spesa pubblica media concessa al Mezzogiorno (dello 0,8%) – prosegue ancora il testo di Eurispes –. Tale diminuzione in Calabria è addirittura del 3,2%, a fronte invece di un aumento dell’1,6% di spesa pubblica elargita al Centro-Nord. Così, se la differenza di spesa fra Centro-Nord e Mezzogiorno, nel 2017, sale a 3.358 euro pro capite, quella tra Centro-Nord e Calabria giunge addirittura ad assumere il valore di 3.821 euro».

Comune di Vicenza: «Noi efficienti»

Eppure che c’è chi, dando una lettura diametralmente opposta degli stessi numeri, esulta perché legge il dato come prova di efficienza delle amministrazioni del Nord, e venete in particolare. Come l’assessore al bilancio del comune di Vicenza Simona Siotto: «Vicenza si conferma una città sana, efficiente e, al contempo, caratterizzata da una tassazione locale molto bassa a carico dei cittadini – dichiara Siotto –. Basti pensare che buona parte dell’Imu va a favore dello Stato e non rimane nelle casse del Comune».

Ti potrebbe interessare