Tasse e burocrazia, Cgia: «Un costo da 13 miliardi per le imprese venete»

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Tasse e burocrazia gravano sui bilanci delle imprese venete per 13 miliardi di euro ogni anno. L’allarme viene lanciato dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre: a fronte di un gettito complessivo annuo di 5,4 miliardi di euro di tasse versate all’erario, la stima del costo annuo sostenuto dalle imprese per la gestione dei rapporti con la Pubblica Amministrazione è di circa 7,6 miliardi. In buona sostanza “tasse & burocrazia” costituirebbero un giogo da 13 miliardi di euro all’anno, pari all’8 per cento del Pil regionale, che zavorra le aziende e frena l’economia del Veneto.

«Il Governo – sostiene il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – dovrebbe riflettere su questi dati e cominciare a lavorare per ridurne l’impatto. Se, a causa della situazione dei nostri conti pubblici, abbattere il carico fiscale in misura significativa non appare per nulla semplice, una drastica riduzione della cattiva burocrazia, invece, potrebbe essere ottenuta a costo zero, o quasi».
Come? Prosegue Zabeo: «Riducendo il numero delle leggi attraverso l’abrogazione di quelle più datate, evitando così la sovrapposizione legislativa che su molte materie ha generato incomunicabilità, mancanza di trasparenza, incertezza dei tempi ed adempimenti sempre più onerosi, facendo diventare la burocrazia una nemica invisibile difficilmente superabile».

Secondo “The European House – Ambrosetti”, infatti, la produttività legislativa del nostro Paese non ha eguali nel resto d’ Europa. In Italia, si stima che ci siano 160.000 norme di cui 71.000 promulgate a livello centrale e le rimanenti a livello regionale e locale. In Francia, invece, sono 7.000, in Germania 5.500 e nel Regno Unito 3.000. Tuttavia, la responsabilità di questa iper legiferazione è ascrivibile alla mancata abrogazione delle leggi concorrenti e al fatto che il nostro quadro normativo negli ultimi decenni ha visto aumentare esponenzialmente il ricorso ai decreti legislativi che, per essere operativi, richiedono l’approvazione di decreti attuativi. Questa procedura ha aumentato a dismisura la produzione normativa in Italia.

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