Piano trasporti Veneto, 20 miliardi in dieci anni

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Trent’anni dopo, il Veneto ha un nuovo piano regionale dei trasporti. Con la previsione di investire in un decennio, da qui al 2030, 20 miliardi di euro, per due terzi dedicati al traffico su rotaia e per il resto alla manutenzione delle strade. «Due anni e otto giorni: sono questi i tempi da record per il varo del nuovo Piano Regionale dei Trasporti del Veneto 2020-2030, frutto di un intenso lavoro di pianificazione che continuerà anche in futuro, attraverso un costante monitoraggio dei cambiamenti sociali ed economici, dei bisogni e delle abitudini della popolazione, dell’evoluzione organizzativa e dell’innovazione tecnologica in materia di mobilità».  Così il governatore Luca Zaia e l’assessore ai trasporti, Elisa De Berti, commentano l’approvazione da parte del Consiglio Regionale del nuovo PRT del Veneto.

«L’attività di progettazione della mobilità di un territorio vasto e complesso come il Veneto non può mai considerarsi conclusa – prosegue Zaia –, per effetto dei continui mutamenti socio-relazionali e lavorativi e del passaggio dal mondo analogico, nel quale vide la luce il PRT del 1990, all’odierno mondo digitale, che propone costantemente nuove soluzioni da adottare nei processi di gestione e di erogazione dei servizi. Sostenibilità è la parola chiave di questo piano, che vale oltre 20 miliardi di euro, dei quali poco meno di 13 sono già disponibili».

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«Nemmeno l’emergenza Covid-19, grazie al contributo di tutti i consiglieri regionali, ha fermato il complesso iter che ha portato al varo di un fondamentale strumento di pianificazione – sottolinea l’assessore De Berti parlando del piano trasporti Veneto –. Quello che definisco un ‘piano-processo’, per evidenziare il lavoro in progress che lo caratterizza, è frutto di un impegno rilevante e ricco di stimoli, condotto attraverso una laboriosa e utile attività di consultazione dei territori e delle organizzazioni economiche e sociali e un’azione di indagine e controllo che non si conclude qui. Le osservazioni raccolte hanno consentito di apprendere, valutare e approfondire le esigenze espresse dal Veneto, realizzando un piano che non è un libro dei sogni, che guarda con realismo alla situazione veneta, che riflette sul sistema della mobilità regionale nel suo complesso, non solo in termini di opere infrastrutturali, ma anche di innovazione, integrazione e sostenibilità dei servizi: per usare un terminologia informatica, un PRT che pianifica l’hardware e il software».

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Piano trasporti Veneto, gli obiettivi principali

Questi, in sintesi, gli otto obiettivi fondamentali del PRT che prevede investimenti, fino al 2030, per oltre 20 miliardi di euro, di cui oltre la metà già disponibili, il 62 per cento dedicati alla mobilità e al trasporto su ferro e il 35 per cento all’adeguamento e manutenzione stradale:

  1. connettere il Veneto ai mercati nazionali e internazionali, per la crescita sostenibile dell’economia regionale, fortemente orientata alle relazioni internazionali; è prioritario, quindi, completare il disegno infrastrutturale di connessione con le principali capitali europee e i relativi mercati di riferimento;
  2. potenziare la mobilità regionale per un Veneto di cittadini equamente connessi, superando i problemi di congestione e i limiti di coordinamento tra le diverse modalità di trasporto e riducendo le disparità territoriali, anche al fine di contrastare lo spopolamento dei centri periferici;
  3. promuovere la mobilità in funzione dello sviluppo dell’offerta turistica, ampliando la rete infrastrutturale, migliorando la connessione intermodale tra offerta pubblica, privata e mobilità debole (percorsi pedonali, cicloturismo, escursionismo) e lo sviluppo aeroportuale;
  4. sviluppare un sistema di trasporti orientato alla tutela dell’ambiente e del territorio, prevedendo di ridurre le emissioni nocive nell’aria, anche con interventi finalizzati a una maggiore fluidificazione del traffico, al cambio modale da gomma a modalità più sostenibili, al rilancio del trasporto pubblico, allo sviluppo dei carburanti green e dei veicoli ibridi ed elettrici;
  5. accrescere funzionalità e sicurezza delle infrastrutture e dei servizi di trasporto, tutelando maggiormente la mobilità debole e assicurando il monitoraggio e la manutenzione programmata delle reti e dei percorsi;
  6. promuovere il Veneto come laboratorio per nuove tecnologie e paradigmi di mobilità, specie per l’accesso da parte dell’utenza ai servizi pubblici di trasporto;
  7. completare ed efficientare la spesa pubblica per i trasporti e promuovere forme di finanziamento in grado di attrarre capitali privati;
  8. sviluppare una nuova governance integrata della mobilità regionale: rientra in tale contesto il sistema delle concessioni autostradali e della rete stradale ordinaria, la gestione della rete ferroviaria, il coordinamento del sistema degli interporti, il riordino nelle competenze del TPL.

 

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