Scuole paritarie Veneto, mancano i fondi: a rischio l'apertura di una su tre

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Scuole paritarie Veneto, a rischio l’apertura di una su tre. Questo emerge alla fine dell’incontro fra l’assessore regionale all’istruzione Elena Donazzan, il presidente Stefano Cecchin e i rappresentanti regionali della Fism, la Federazione delle scuole paritarie dell’Infanzia, fortemente preoccupati per la copertura dei periodi di sospensione dell’attività per i dipendenti delle scuole paritarie Veneto, in quanto le settimane previste dai decreti governativi e i diversi ammortizzatori coinvolti (cassa in deroga e Fis, cioè il fondo di integrazione salariale) non coprono del tutto i periodi interessati per il personale delle scuole paritarie.

L’assessore ha ricordato che l’inserimento tra i beneficiari degli ammortizzatori delle scuole paritarie, realtà particolarmente presente in Veneto, è stata frutto di una sinergia tra Regione Veneto ed enti di gestione (in particolare proprio la Fism) che ha prodotto istanze poi accolte dalla Conferenza delle Regioni.

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Scuole paritarie Veneto, servono maggiori coperture

«L’iniziale esclusione del comparto dell’istruzione, in particolare delle scuole paritarie Veneto – ricorda Donazzan – era stata poi in parte corretta da una forte azione della politica e della Chiesa. Si è creato un asse politico trasversale che, in occasione in particolare del DL Rilancio, ha rivendicato a gran voce maggiori coperture sul fronte degli ammortizzatori sociali e più finanziamenti per le scuole stesse Speriamo che il Parlamento, in sede di conversione del decreto, confermi e anzi rafforzi l’impegno economico per le scuole paritarie».

«Faccio mie le preoccupazioni della Federazione delle scuole paritarie Veneto rispetto alla mancanza di risorse – prosegue l’assessore all’istruzione – perché la consolidata copertura finanziaria prevista dal bilancio dello Stato di circa 536 milioni per tutte le scuole paritarie di ogni ordine e grado in tutto il territorio nazionale appare del tutto inadeguata se si dovrà rispettare il parametro di un operatore ogni 15 bambini, rispetto all’attuale di uno ogni 25-28. Senza un adeguato sostegno economico da parte dello Stato temiamo che una scuola su tre a settembre non riesca a riaprire».

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Ad affiancare l’assessore nella videoconferenza c’erano il direttore della Direzione Lavoro Alessandro Agostinetti e Marilena Pistolato, funzionaria regionale che si occupa di ammortizzatori sociali. «E’ grazie allo sforzo della Direzione Lavoro e all’impegno finanziario attivato con l’aiuto del collega Forcolin, che la Regione ha trovato una soluzione per le scuole paritarie gestite dalle Ipab – ricorda ancora  l’assessore – Si tratta di una fattispecie di scuole tutta veneta, che proprio per le ragioni della sua particolarità,  ha rischiato di essere esclusa da qualsiasi copertura di sussidio e alla quale abbiamo rimediato con fondi regionali».

L’impegno reciprocamente assunto tra Regione e rappresentanti delle scuole paritarie dell’infanzia è immaginare soluzioni e proposte su cui sfidare il governo. Fism partecipa infatti al gruppo di lavoro per la riapertura che la Regione sta attivando con l’Ufficio scolastico regionale.

Andrea Fasulo

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