A Venezia arriva il BnB "etico" che combatte il Coronavirus

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Parte da Venezia la vacanza etica che combatte il coronavirus. Fairbnb, sistema di prenotazione di alloggi, alternativa e solidale al booking tradizionale, in questo difficile momento per l’economia e per il turismo  devolverà il 50 per cento delle commissioni a istituti e organizzazioni impegnati nella lotta alla pandemia.

La piattaforma, unica al mondo, ha un modello di business responsabile che prevede la destinazione della metà delle commissioni a progetti di comunità a rilevante impatto sociale. In questo momento si “converte” e il denaro andrà nel conto corrente aperto della Regione Veneto. Così anche per le altre due città italiane pilota: a Bologna il denaro andrà al Sant’Orsola e a Genova alla Regione Liguria.

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La start-up turistica riparte così dai principi ispiratori della cooperativa: mitigare gli effetti degli impatti del turismo sulle comunità locali, proteggere la residenzialità e combattere la gentrificazione. Due sono le regole base: ogni host può mettere a disposizione un solo alloggio per evitare speculazioni e la metà delle commissioni devoluta ad associazioni no profit per lo sviluppo del territorio. Una crowdfoundig civico che collabora con programmi ambientali, di social housing, di restauro, cooperative di acquisto, aree giochi, luoghi di aggregazione sociale e molto altro.

Finanziato anche da Banca Etica, questo sistema di home sharing privilegia le persone e le comunità locali rispetto al profitto e offre la possibilità di esperienze di viaggio realmente autentiche e sostenibili. Cfi-Cooperazione Finanza Impresa rinnova l’interesse per quelle realtà che mettono al centro il territorio e la persona ed entra nel progetto con una partecipazione di 50mila euro e un prestito subordinato di altri 50mila euro.

«Fairbnb è la dimostrazione che si può fare sharing economy non per estrarre valore dai territori ma per contribuire direttamente al loro sviluppo. Investendo sulla responsabilità delle persone e sul loro protagonismo – afferma il presidente di Cfi, Mauro Frangi – Coniugare le enormi possibilità di condivisione che offrono le tecnologie digitali con i principi mutualistici e democratici propri del modello cooperativo – conclude – apre una strada che, oggi più che mai, può contribuire a costruire un futuro più sostenibile e più equo per le persone e le comunità».

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