UniPd, dal 2017 la prima laurea professionalizzante in Meccatronica

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Un corso di laurea professionalizzante in Meccatronica, il primo in Italia. Pensato per far toccare con mano agli studenti il mondo del lavoro, le professionalità e le competenze richieste. Ad annunciarlo, durante il dibattito con il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda nell’ambito degli Open Innovation Days, è il rettore dell’Università di Padova Rosario Rizzuto. «Noi abbiamo accelerato negli ultimi anni il tema del trasferimento tecnologico efficace. Abbiamo un nuovo strumento: Smart Unipd e alcuni progetti 4.0. Come le lauree professionalizzanti, e la prossima nascerà a Padova».

«Il ministro Calenda è venuto qui da noi: anche questo è segnale importante – ha sottolineato il rettore -. La nostra Università è un grande politecnico: una grande scuola di ingegneria con vicino le scienze di base. Tutte quelle competenze trasversali che servono al trasferimento tecnologico. Oggi ci offriamo come Rete di Università, con quelle del Veneto ma anche l’intero triveneto come area di grande attività di impresa».

Calenda: Piano Italia 4.0, i finanziamenti nel 2017

«Il piano Italia 4.0 nasce dall’idea – ha detto il ministro Calenda – che noi siamo di fronte a società troppo polarizzate fra vincitori e vinti. Lo scorso anno in Italia si è avuto il record di export, ma negli anni abbiamo anche registrato la perdita del 25% del sistema produttivo. La parola chiave oggi è investimento. In particolare in innovazione: quella tecnologica soprattutto. Non dobbiamo darne un’idea religiosa: sarà tutto bello. Non sarà così: l’abbiamo imparato con la globalizzazione. Sono fenomeni che possono dividere, che hanno aspetti da governare».

Sui contenuti del piano, Calenda ha ricordato come «sarà interamente all’interno della finanziaria 2016, quindi disponibile dal primo gennaio 2017. Un piano che non ha un approccio dirigista dal punto di vista tecnologico. Non sappiamo quale sarà la tecnologia prevarrà in futuro. Lasciamo all’Università per la parte di sviluppo e alle aziende operativamente la scelta su cosa puntare». Calenda ha parlato anche del rilancio delle Pmi. «Il nostro piano non è disegnato sui grandi player industriali. A differenza della Germania, ad esempio, dove i big delle industria definiscono le strategie per tutti. Noi non possiamo né vogliamo farlo. La nostra rivoluzione è a misura delle Pmi».

Solo i Politecnici nella “cabina di regia”

Sulla governance è arrivata la specifica: nella cabina di regia ci saranno solo i Politecnici, non tutti i «competence center». Gli incentivi «non saranno a bando», ma «fiscali che sta alle industrie utilizzare». Addio ai bandi. «Il piano industria 2015 fatto dall’allora ministro Bersani – ricorda Calenda – impeccabile nell’idea, col sistema dei bandi non ha funzionato, era troppo complicato per la macchina burocratica: alla fine è stato assegnato solo il 5% dei finanziamenti previsti. Noi vogliamo aumentare di 10 miliardi gli investimenti privati nel 2017».

La formazione dovrà cambiare (anche) dalla base. «Punteremo anche sui giovani: vogliamo raddoppiare gli studenti degli istituti tecnici per quanto riguarda le superiore e dedicare, a livello universitario, 1400 dottorati su ricerca su 5000 totali a progetti sull’industria 4.0. Ai competence center chiediamo di lavorare sulle infrastrutture abilitanti, in particolare banda larga e il presidio degli standard». I competence center non saranno territoriali. «Si vedranno le specifiche competenze – spiega Calenda -, non è detto che gli imprenditori veneti si rivolgeranno al competence center che sarà realizzato qua e viceversa: conta la specializzazione».

Laurea professionalizzante, almeno un anno in azienda

Almeno un anno all’interno di una o più aziende. In modo da creare un ponte effettivo fra atenei e sistema industriale. Per l’Ateneo di Padova si tratta di un primato che ben si può spendere all’interno di quel competence center nordestino che ha visto, proprio alla fine dell’incontro, la firma dei nove atenei triveneti. La laurea professionalizzante è un percorso di studi cucito ad hoc sulle esigenze delle imprese. Con gli studenti che passano una buona parte del loro tempo a lavorare all’interno delle aziende.

Non stage o tirocini, ma veri e propri percorsi di inserimento. Un esempio di quanto può fare, per il territorio, un centro di competenza. E anche una risposta al bisogno di personale altamente formato che c’è nel nostro Paese. Secondo l’ultimo dossier del Centro Studi Opificium-Cnpi, infatti, l’Italia è (dopo Germania e Francia) il terzo paese della Ue per il numero di figure tecniche che sarà richiesto dal mercato del lavoro. Una specializzazione che si può acquisire solo alzando il livello formativo. O meglio, pensandolo direttamente tarato sulle esigenze reali delle imprese.

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