Fondo Atlante, ecco il salva-banche che aiuterà BpVi e Veneto Banca

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È nato il fondo salva-banche che aiuterà anche Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca a portare a buon fine i rispettivi aumenti di capitale. Il fondo Atlante – questo il nome rivelato ieri – è un veicolo privato: a lanciarlo è la Quaestio Capital Management Sgr presieduta da Alessandro Penati, ma dietro c’è la regia del governo Renzi e del ministero dell’economia e delle finanze di Pier Carlo Padoan.

Investiranno in Atlante le grandi banche private ma anche la Cassa Depositi e Prestiti controllata dal Mef – nel cui cda pochi giorni fa è stato nominato il sindaco di Vicenza Achille Variati in qualità di presidente dell’Unione province italiane. Almeno 5 miliardi la dotazione prevista per il fondo Atlante.

L’obiettivo del nuovo veicolo finanziario è duplice: da un lato «assicurare il successo degli aumenti di capitale richiesti dall’Autorità di vigilanza a banche che oggi si trovano a fronteggiare oggettive difficoltà di mercato, agendo da back stop facility», dall’altro «risolvere il problema delle sofferenze».

Fondo Atlante, 5 miliardi per salvare le banche

Dopo la puntata di Report che domenica 10 aprile ha puntato i riflettori sul sistema bancario italiano, da Bpvi a Veneto Banca, fino a Banca Etruria, il sistema del credito resta al centro delle preoccupazioni del governo. Che in una riunione di ieri ha concertato l’operazione volta a iniettare capitali per migliorare la patrimonializzazione delle banche italiane, che devono raggiungere gli stringenti standard stabiliti dalla Bce.

A breve termine il risultato da non mancare è quello di non far fallire il duplice aumento di capitale in corso per Banca Popolare di Vicenza – garantito da Unicredit che ha prorogato fino al 10 maggio la scadenza dell’operazione per rastrellare altro denaro fresco sul mercato – che ha iniziato il 7 aprile le attività di premarketing, e per Veneto Banca. Ma c’è anche la ricapitalizzazione di Banco Popolare, imposta dalla Bce in vista della fusione con Bpm.

La mossa, presentata dal governo italiani in anticipo a Bruxelles, ha avuto il via libera della Commissione europea. Il fondo non è pubblico ma privato e dunque non dovrebbe prestare il fianco a critiche da parte della Bce né della Commissione, dal momento che non configurerebbe un aiuto di Stato.

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