Digital divide: qualcosa si muove in Veneto?

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Annunciata dalla Regione Veneto la seconda fase del programma per il superamento del digital divide che prevede di fornire connettività con banda larga in 216 comuni per favorire il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale. L’importante intervento infrastrutturale, che consentirà di raggiungere con la sola rete fissa una copertura di circa il 98,3% del territorio regionale, è stato illustrato giovedì 26 marzo dal vicepresidente della Regione Veneto, Marino Zorzato, dal Responsabile Access Operations Area Nord-Est di Telecom Italia, Paolo Malgarotto, e dall’Amministratore Delegato di Infratel Italia, Salvatore Lombardo.

Un investimento di oltre 27,6 milioni di euro

Telecom Italia si è aggiudicata, infatti, il Bando per la concessione di un contributo pubblico relativo a un progetto d’investimento per la realizzazione di infrastrutture a banda larga, in grado di erogare servizi innovativi a cittadini, imprese e pubblica amministrazione. Il Bando, emesso dal Ministero dello Sviluppo Economico attraverso Infratel Italia, la società del Gruppo Invitalia incaricata di attuare il “Piano Nazionale Banda Larga Italia” approvato dalla Commissione europea, prevede un investimento complessivo di oltre 27,6 milioni di euro, di cui 13,8 milioni di euro di finanziamento pubblico (di cui 7,8 milioni di cofinanziamento della Regione) grazie all’utilizzo dei fondi europei FESR e del MISE, a cui si aggiungono altri 13,8 milioni di euro da parte di Telecom Italia.

“Sul piano dell’infrastrutturazione – ha detto Zorzato – fino a cinque anni fa il Veneto erano nelle ultime posizioni in Italia, Oggi la situazione è profondamente cambiata e la parola Agenda Digitale è diventata prioritaria. Con questo ultimo intervento siamo arrivati spendere più di 100 milioni di euro e siamo nelle condizioni di poter concorrere in qualsiasi momento all’attribuzione di ulteriori fondi nazionali ed europei, quando questi saranno assegnati. Nella prima fase del piano regionale per lo sviluppo della banda larga in collaborazione con Infratel sono stati programmati 332 interventi per la posa di fibra ottica che hanno interessato 268 comuni. Ma restava il problema delle connessioni alla dorsale principale delle aree considerate dal privato meno remunerative, il cosiddetto “ultimo miglio”. Con questo seconda fase arriviamo a coprire praticamente tutto il Veneto ed è stato avviato un percorso di adeguamento tecnologico che non potrà non continuare anche nei prossimi anni”.

In particolare, il progetto presentato da Telecom Italia – ha spiegato Malgarotto – prevede la copertura di 703 località in 216 comuni veneti indicati dal Ministero dello Sviluppo Economico e da Infratel nel Bando di gara. I comuni interessati potranno sfruttare, su tutte le aree coperte, collegamenti con tecnologia broadband con velocità fino a 20 Megabit al secondo, accelerando in questo modo l’accesso ai servizi digitali innovativi rivolti a cittadini, imprese e istituzioni locali. Per raggiungere questo risultato verranno adeguate da Telecom Italia circa 270 centrali, che consentiranno così di abilitare oltre 86.000 linee telefoniche. L’architettura di rete scelta da Telecom Italia adotta una soluzione tecnica innovativa che consentirà in futuro di rendere fruibili servizi di connettività ultrabroadband per circa la metà delle linee telefoniche interessate dal progetto. Gli interventi dovranno essere completati entro dicembre 2015 ma Telecom ritiene che possano essere conclusi già a ottobre.

Da parte sua Lombardo ha sottolineato la valenza dell’infrastrutturazione finora realizzata in Veneto, rendendola disponibile a tutti gli operatori della telefonia, con un’attenzione rivolta anche a quegli interventi che il privato non avrebbe mai fatto perché non remunerativi. E’ stato avviato anche il percorso per arrivare alla banda ultralarga a 100 Megabit.

A questo proposito, la Regione con un finanziamento di circa 6 milioni di euro, intende avviare progetti per la banda ultralarga e ad aprile uscirà un avviso per chiedere la manifestazione di interesse da parte dei territori che intendano autocandidarsi.

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