Voucher, il Csv di Padova: "Strumento utile alle associazioni"

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I voucher sono uno strumento utile alle associazioni. Mentre prosegue lo scontro sui celebri (o famigerati) “buoni lavoro” dell’Inps, in vista del referendum promosso dalla Cgil che propone la loro limitazione, a segnare un punto a favore dello strumento è il Centro servizi volontariato di Padova. Il Csv ha preso l’iniziativa e ha inviato una lettera ai parlamentari padovani e ai sindacati.

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A pronunciarsi in una nota è il presidente del Csv Padova Emanuele Alecci: «Dal nostro osservatorio – afferma – i voucher si stanno rilevando uno strumento che riesce ad adattarsi in modo ottimale alle esigenze associative e che risponde a necessità di affidare lavori occasionali per realizzare progettualità sociali. Per questo a nostro avviso i voucher sono uno strumento importante, sia per agevolare le associazioni sia per dare opportunità di lavoro, anche se occasionale, a persone in situazioni di marginalità e difficoltà economica. Lo strumento dei voucher, così utilizzato, permette di trasformare una piccola mansione, che magari prima veniva pagata con un generico rimborso spese, in un lavoro».

Nel corso del 2016 diversi progetti in rete con oltre 30 associazioni hanno permesso di attivare numerose collaborazioni tramite voucher. “Giovani (pre)occupati”, rivolto a 16 “neet”, ragazzi non occupati e fuori da un percorso scolastico, che si sono riattivati grazie a dei percorsi formativi di apicoltura, agricoltura, tecniche web e orientamento al lavoro, per i quali hanno ricevuto un compenso tramite voucher.

Il progetto “L’italiano per l’integrazione” è consistito in 15 corsi di italiano per migranti in tutta la provincia di Padova. I corsi, della durata da 20 a 50 ore, hanno avuto come docenti giovani laureati non ancora inseriti nel mondo del lavoro.

Un’altra esperienza definita «molto positiva» dal Csv è il Fondo straordinario di solidarietà per il lavoro, lo strumento attivato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo a partire dal 2009 per fornire un aiuto concreto alle famiglie in difficoltà a causa della perdita o della precarietà del lavoro e prive di ammortizzatori sociali. Dal 2011 il progetto si è caratterizzato per l’attuazione di misure di accompagnamento e reinserimento lavorativo, tra le quali i voucher a fronte di piccoli lavori presso aziende private, amministrazioni locali e associazioni di volontariato.

“Voucher, vietare gli abusi”

Per Alecci «è necessario verificare il corretto uso dei voucher e vietarne abusi o utilizzi scorretti, ma non possiamo negare che ci sono prestazioni lavorative temporanee e occasionali che, con i voucher, sono diventate operativamente gestibili in totale trasparenza. Persone fragili nei confronti del mercato del lavoro per età, lunga disoccupazione e scarsa professionalità hanno potuto, attraverso i voucher, vedere riconosciuto e legalmente coperta la loro condizione di lavoratore seppur temporaneo ed occasionale».

E ancora: «In alcune esperienze maturate nel terzo settore, questa è stata la modalità per mantenere un’identità consapevole – dice Alecci –, per non scivolare nell’inattività e nello sfruttamento del lavoro nero, oppure per riavvicinarsi al lavoro, mostrare le proprie capacità e perseguire con maggior sicurezza l’obiettivo di un lavoro più stabile e duraturo. Insomma, i voucher, se ben regolamentati e correttamente utilizzati, possono continuare a rappresentare uno strumento adeguato per determinate, circoscritte e verificabili occasioni di lavoro».

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