Spiagge, il turismo Veneto chiede al governo regole certe

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

È una rivolta quella del turismo veneto dopo la sentenza della Corte di giustizia europea che ha bocciato il meccanismo di proroga automatica delle concessioni delle spiagge demaniali. In pratica, la corte europea ha detto che lo Stato deve mettere fine al regime di proroga oggi in vigore. Ma gli operatori non se la prendono con la Corte, ma col governo italiano che non ha ancora stabilito chiari criteri di assegnazione.

La sentenza non ha stabilito un obbligo a vere e proprie gare d’appalto, afferma il presidente di Confturismo Veneto, Marco Michielli, che guida anche la Federalberghi regionale: «Se è vero che il nostro Paese all’epoca della discussione sulla Bolkestein a Bruxelles ha bellamente “dormito”, comunque l’Europa dovrebbe tener conto della particolarità degli stabilimenti italiani rispetto a quelli degli altri Stati membri. Leggo oggi da alcuni lanci web che con questa sentenza scatta automaticamente la gara per l’assegnazione. Non è così: non parlate di gara perché non è impreciso: si tratta infatti di ‘evidenza pubblica’, che è la procedura per la definizione degli offerenti».

Marco Michielli

Marco Michielli

In una nota congiunta, Confturismo Veneto e le associate Unionmare e Faita-Federcamping parlano di «pasticcio all’italiana» e chiedono al governo italiano di legiferare, come già fatto dalla Spagna e come dovranno fare tutti gli stati membri dell’Unione europea, «stabilendo criteri di assegnazione precisi, in regime di evidenza pubblica, che possono essere gli investimenti (cosa già stabilita dalla legge 33 della Regione Veneto), i progetti, l’anzianità o altro, magari assegnando un punteggio per ciascun parametro».

Già in febbraio gli effetti della direttiva Bolkenstein dell’Unione europea erano apparsi chiari: la necessità per i gestori di presentare domanda di concessione agli uffici del Demanio, pena la decadenza. Ora è arrivata la Corte di giustizia europea a mettere la parola fine alla querelle che in Veneto interessa i 110 stabilimenti balneari di Unionmare, e una larga fetta dei 190 campeggi aderenti a Faita e dei 2.500 alberghi associati a Federalberghi. Intanto il governo sta preparando una legge delega che dovrà garantire un periodo di transizione.

Spiagge, i gestori: “Il governo decida i criteri”

«Così come ha fatto la Spagna – aggiunge Leonardo Ranieri, presidente di Unionmare Veneto – anche l’Italia avrebbe dovuto da tempo stabilire il principio di autodeterminazione dandosi, nel rispetto dell’Europa, regole proprie. Sono passati molti anni, non è stato fatto niente e adesso siamo punto a capo. È indispensabile che il governo italiano rapidissimamente faccia una norma chiara, come ribadiamo da tempo, per riconoscere il valore delle imprese che sono nate e cresciute grazie all’impegno degli operatori».

Leonardo Ranieri

Leonardo Ranieri

Fra le richiesta al governo c’è anche il riconoscimento di un periodo di ammortamento per gli investimenti sostenuti negli anni e il riconoscimento del valore commerciale delle concessioni: «In regime di concessione demaniale abbiamo contribuito notevolmente a tenere in piedi il turismo balneare del Veneto» dice Ranieri.

Maurizio Vianello, presidente nazionale e veneto di Faita-Federcamping, incalza: «Non avendo definito alcuni parametri precisi a livello nazionale – dichiara – il nostro Paese si è fatto del male da solo. La sentenza evidenzia un principio sul riordino del Demanio tenendo conto della direttiva Bolkestein. È un chiarimento rivolto a coloro che hanno fatto ricorso, ma che non aggiunge nulla di nuovo a quanto già si sapeva. La palla ora passa al governo, che dovrà stabilire una legge con parametri precisi e criteri di assegnazione in regime di evidenza pubblica basati su determinati requisiti (investimenti, anzianità, progetti di ammodernamento o altro)».

Ti potrebbe interessare